Dopo numerose riunioni tra Governo e Sindacati in merito al tema delle Pensioni, ora arriva la proposta finale da parte di Cgil, Cisl e Uil. Secondo i sindacati ci dev'essere il blocco dell'età pensionabile e soprattutto l'anticipo dell'età pensionabile per alcune categorie.

Donne e legge 104

L'ultimo piano dei sindacati Uil, Cigil e Cisl è quello di anticipare assolutamente l'età pensionabile al lavoratore che assiste un familiare disabile, dare una pensione di vecchiaia maggiorata alle donne e ridurre la soglia per l'accesso all'assegno minimo alla pensione di vecchiaia.

I sindacati avrebbero fissato la soglia dei 67 anni nel 2019 come età pensionabile, fermo restando l'età di accesso alla stessa a 66 anni e sette mesi; per quanto riguarda la richiesta di anticipazione, gli uomini potrebbero andare in pensione a 42 anni e 10 mesi e le donne a 41 anni e 10 mesi.

La novità di proposta è soprattutto per le donne con figli, potranno infatti anticipare l'età pensionabile di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di tre e per il lavoratore che si trova nella condizione di assistere un familiare disabile: in questo caso, si potrebbe avere diritto ad un anno contributivo per ogni 5 anni di assistenza prestata fino ad un massimo di 4 anni contributivi.

Pensione minima di garanzia

Il piano dei sindacati per i giovani che si ritroveranno ad andare in pensione esclusivamente con il piano contributivo, è quello di far accumulare la pensione con l'assegno sociale, a seconda del numero di anni di contributi versati: il 50% per chi avrà versato contributi per 20 anni e il 60% per almeno 30 anni di contribuzione; con il sistema della cumulabilità, si potrà arrivare ad un assegno di circa 650.680 euro mensili e, forse, potranno essere inclusi gli anni di una formazione professionale qualificata.

Il nuovo piano della 'Controriforma' Fornero ha proposto di erogare la liquidazione Tfr e Tfs dei dipendenti pubblici nello stesso momento della cessazione del rapporto lavorativo e non nei mesi successivi. Per quanto riguarda l'Ape Social e la Quota 41, i sindacati hanno richiesto la possibilità di accesso per tutte quelle persone che svolgono attività gravose e la validità dei contributi esteri; inoltre, anche la riduzione degli anni di contributi versati per le donne lavoratrici, i lavoratori gravosi, i disoccupati e le persone senza alcun tipo di sussidio economico. Ultima, ma non meno importante proposta, quella di allargare l'accesso al sussidio a Opzione Donna e Ottava salvaguardia per gli esodati.