Le ultimissime novità sulle Pensioni al 21 settembre 2017 giungono dall'onorevole Walter Rizzetto, Fratelli D'Italia, che ha accettato la nostra intervista. Gliene siamo grati, a seguito delle molte polemiche sopravvenute dagli iscritti ai gruppi facebook che trattano le tematiche precoci, donne ed esodati. La diatriba è sorta tra coloro che hanno commentato animatamente il nostro articolo ' Precoci e anticipate 2017, news Rizzetto: tutti in pensione a 65 anni?', le parole dell'onorevole al riguardo.

Pensioni anticipate e di vecchiaia: occorre chiarezza!

-A seguito di un nostro articolo che nel titolo citava ‘tutti in pensione a 65 anni’ sui social si è scatenata la polemica. Abbiamo notato che Lei stesso è intervenuto per cercare di fare alcune specifiche , specie nel gruppo dei precoci e delle donne e arginare la stessa. Può spiegare ancora più semplicemente quale era lo scopo della sua lettera alla Boldrini?

Certo, anche se mi sembrava di essere stato chiaro ed invito i lettori a non fermarsi ai soli titoli ma cercare di approfondire un po’ le proposte ed i testi. Sarei un pazzo se, dopo quanto proposto in questi anni ed anche recentemente dichiarato in seno a qualche trasmissione televisiva, proponessi di alzare l’età pensionabile.

Ho cercato solamente di spiegare che vorrei andare in pensione secondo la normativa vigente, e quindi come tutti i cittadini e nel caso non si potesse fare ho proposto di agire in modo contrario: abbassare, ripeto, l’età della “pensione di vecchiaia”, solo questo.

Pensioni, Quota 41 e proroga non sono in discussione

- Quali invece le misure che vedrebbe maggiormente idonee per precoci e donne?

Ho messo sulla tavola una proposta esattamente opposta: si a Q41 per i precoci, si all’abrogazione della Legge Fornero, si ad Opzione Donna e relativa proroga, si alla definitiva salvaguardia per gli “esodati” residui comprendendo anche lavoratori ex postali ed ex Alitalia.

No all’aumento dell’età pensionabile: è in questo solco che ho proposto, con la mia lettera alla Presidente Boldrini, di uniformare la prima età pensionabile dei deputati (65 anni con legge ordinaria) alla cosiddetta “pensione di vecchiaia” ovvero scalare, secondo un principio di equità sociale e di uguaglianza sociale, di qualche anni rispetto al protocollo secondo cui si accede al riposo a più di 67 anni; peggio mi sento quando mi parlano di “aspettativa di vita”.

Spero di essere stato chiaro e confermo di apprezzare il contraddittorio ma non la sterile polemica, anche se, come più volte detto, capisco perfettamente le istanze di persone ormai sfiancate da questo pessimo modus operandi di una politica sempre più distante dalle reali esigenze del Paese.

Per quanto mi riguarda continuerò con le battaglie che ho sempre portato avanti in questi anni e che spesso, in Piazza con i cittadini e non seduto su qualche scranno, ho ricordato e sostenuto.