Il no al pacchetto previdenziale da inserire nella Legge di Bilancio per il 2018 rischia di mettere fuorigioco tutte le proposte presentate dai sindacati nell'ultimo documento unitario, a partire dalla revisione dell'aspettativa di vita, ma anche il riconoscimento dei lavori di cura attraverso l'Ape donna, senza dimenticare il tema della rivalutazione degli assegni pensionistici in essere. Le ultime notizie sulle pensioni aggiornate ad oggi 25 settembre non sono di certo esaltanti per le aspettative di migliaia di lavoratori, che potrebbero non vedere nemmeno nel 2018 la luce in fondo al tunnel.

Rinvio aspettativa di vita, i costi fino al 2020

I sindacati hanno proposto il blocco dell'aspettativa di vita, per impedire così il rialzo automatico dell'età pensionabile secondo il meccanismo legato all'indice della speranza di vita. Una richiesta che può definirsi centrale all'interno del documento presentato nei giorni scorsi all'esecutivo dopo i primi incontri interlocutori avuti con i rappresentanti del Governo Gentiloni presso la sede del Ministero del Lavoro a Roma. Senza una risposta chiara, Cgil Cisl e Uil si dicono pronte alla mobilitazione dei lavoratori.

Un altro "assist", se così si può definire, è arrivato da Cesare Damiano. Il vice presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati propone il rinvio dell'aspettativa di vita, ovvero un posticipo della decisione che dovrebbe essere presa teoricamente in autunno.

Una riflessione dunque maggiore da parte dei tecnici del Governo, per pensare alla soluzione migliore da adottare che venga incontro alla diminuzione della speranza di vita nel 2015 e alla crescita del mortalità del 15 per cento nei primi mesi del 2017. L'esponente del Partito democratico ci tiene a sottolineare come la proposta sia a costo zero.

Ci sono però i costi circa un eventuale blocco per il biennio 2019-2020, stimati in 5 miliardi di euro. Lo riferisce il giornalista Roberto Petrini di Repubblica. Tornando al "sentiero stretto", espressione con la quale vengono rimarcate le risorse limitate da destinare alla prossima manovra finanziaria, risulta quasi impossibile che si proceda per il blocco del meccanismo che aumenterà i requisiti per l'accesso alla pensione di vecchiaia dal 1° gennaio 2019, quando è previsto l'innalzamento di 5 mesi dell'età pensionabile (da 66 anni e 7 mesi attuali ai 67 anni).

Prepensionamento donne ad un bivio

Un altro punto su cui battono i sindacati è la valorizzazione dei lavori di cura, con la proposta di un anno di bonus contributivo per ciascun figlio partorito o adottato fino ad un massimo di 3 anni. Di poche settimane fa l'annuncio del Governo sulla proposta ribattezzata Ape donna, con un bonus dimezzato (6 mesi) e un anticipo massimo di 2 anni. La misura dell'esecutivo non è aperta a tutte le lavoratrici madri, ma soltanto a quelle donne che hanno maturato o matureranno i requisiti per poter richiedere l'accesso all'Ape social.

Per la pensione anticipata delle donne c'è qualche speranza in più che venga inserita all'interno della Legge di Bilancio per il prossimo anno, come conferma Petrini di Repubblica.

Le risorse eventuali da destinare alla misura sono minori rispetto a quelle per una flessibilità maggiore richiesta dai sindacati, i quali vorrebbero estendere il bonus contributivo a tutte le lavoratrici madri e non soltanto a quelle "poche" che hanno diritto all'anticipo pensionistico agevolato. L'Ape donna è la misura su cui il Governo si è maggiormente sbilanciato, un segnale forse di quello che potrà accadere da qui ad ottobre.

Intanto il sindacalista Ghiselli (Cgil) tuona contro l'esecutivo, chiedendo il rispetto dei punti programmatici firmati nell'intesa del settembre 2016. Fra questi, oltre alle Pensioni dei giovani, la revisione dell'aspettativa di vita e i lavori di cura, c'era anche la rivalutazione degli assegni previdenziali in essere.

Ghiselli afferma che tutte le proposte fatte da Cgil, Cisl e Uil siano sostenibili a livello finanziario. Per gli aggiornamenti e conoscere le ultime novità sulle pensioni cliccate il tasto Segui in alto a destra.