Le ultime notizie sulla riforma pensioni, ad oggi, martedì 12 settembre 2017, sono relative alle dichiarazioni rilasciate dall'onorevole Cesare Damiano, a proposito dell'Ape volontaria e del meccanismo età pensionabile-aspettativa di vita. Ci occuperemo, inoltre, dei vitalizi dei parlamentari e del termine, ormai prossimo, per il raggiungimento della 'pensione'.

Pensioni, notizie oggi 12 settembre 2017: Cesare Damiano, 'Ape volontaria, più si aspetta, peggio è'

Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, onorevole Cesare Damiano, è tornato sul tema relativo all'Ape volontaria, ribadendo l'urgenza di partire con l'operatività della nuova misura pensionistica.

Infatti, secondo Damiano, ulteriori ritardi sul debutto dell'Ape volontaria potrebbero danneggiare i richiedenti a causa dell'aumento dei tassi di interesse.

A questo proposito, l'ex ministro del Lavoro, insieme all'onorevole Maria Luisa Gnecchi, aveva lanciato la proposta di ridurre al due per cento la penalizzazione per ogni anno di anticipo rispetto a quello per il raggiungimento della pensione. Come spesso accade, però, la proposta è finita nel nulla.

L'Ape volontaria sarebbe già dovuta partire cinque mesi fa e ogni giorno di ritardo potrebbe compromettere la convenienza della pensioneCesare Damiano è tornato anche sulla questione relativa al meccanismo età pensionabile-speranza di vita, sottolineando ancora una volta come non si possa non tenere conto del calo dell'aspettativa di vita registrato nel 2015.

Partendo da questo presupposto, è impensabile l'innalzamento dell'età pensionabile a quota 67 anni.

Ultime notizie pensioni ad oggi 12 settembre 2017: vitalizi parlamentari, venerdì prossimo 'festeggiano' in 608

Il quotidiano 'Il Messaggero' di oggi, martedì 12 settembre riporta la notizia relativa al 'mitico 15 settembre', il termine utile per 608 parlamentari per arrivare al vitalizio: vitalizio di nome ma di fatto si può parlare di pensione visto che il trattamento sarà calcolato sulla base dei contributi effettivamente versati.

Non partirà prima dei 65 anni ma attenzione perché questa soglia potrebbe abbassarsi a 60 in caso di rielezione. Infatti uno dei motivi per cui dopo la caduta del Governo in seguito al flop del referendum sulla riforma costituzionale dello scorso 4 dicembre, non si è andati alle elezioni anticipate (noto agli italiani ma non 'pubblicizzato' dal Parlamento) è proprio quello di poter arrivare a venerdì 15 settembre

Fra i 608 che potranno festeggiare ritroviamo i 154 eletti con il Movimento 5 Stelle (scesi a 123 visto che una trentina sono stati espulsi o hanno spiccato il volo verso altri partiti), oltre 200 del Partito Democratico e una quarantina dei 54 eletti dell'ex Scelta Civica.

Quanto percepiranno a 65 anni coloro che non saranno rieletti nel 2018, vale a dire la stragrande maggioranza? La loro pensione dovrebbe aggirarsi sui 1.000-1.100 euro al mese che, in diversi casi, andranno a sommarsi ad altre rendite previdenziali loro spettanti per altri lavori.

Le cose potrebbero cambiare con la proposta di legge del deputato Pd, Matteo Richetti, proposta già votata favorevolmente alla Camera nel mese di luglio e che andrà all'esame nei prossimi giorni in Senato. La proposta riguarda il ricalcolo con il sistema contributivo anche per i 2.600 vecchi vitalizi oggi in pagamento: in più, niente pensione a 60 anni per gli attuali parlamentari in caso di rielezione. Non crediamo, però, che si possa arrivare in fondo quando gli interessi del Palazzo sono in gioco...

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