Le ultimissime notizie all'11 settembre 2017 sulla riforma pensioni e nello specifico sulle domande presentate all'Inps per poter fruire della pensione anticipata con ape sociale e quota 41 giungono direttamente dall'ente di previdenza che fa sapere di aver iniziato la verifica delle istanze presentate e di aver iniziato ad inoltrare le prime risposte. Nei giorni scorsi diversi erano stati i precoci, sulla pagina Facebook 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' a chiedere notizie a riguardo direttamente agli amministratori del gruppo.

Sebbene la procedura INPS sia solo all'inizio e dunque ci preme sincerare chi controllando non troverà ancora nulla, vi illustriamo fin da oggi la procedura per poter verificare la propria idoneità alla pensione anticipata.

Pensione precoci e ape sociale, come e dove verificare la risposta alla 1^ istanza

Per poter verificare se la domanda presentata a fine luglio è stata accettata da parte dell'Inps è necessario svolgere queste operazioni:

  • Accedere al portale Inps attraverso il proprio codice fiscale e pin;
  • Andare su 'fascicolo previdenziale cittadino' , nel menù 'prestazioni' cliccare alla voce 'domande presentate';
  • Qui sono elencate tutte le domande che il cittadino o il caf per il cittadino ha presentato, per poter verificare lo stato di avanzamento della pratica è necessario cliccare sul numero indicato sotto la tabella 'Domus'

Fatti questi passaggi il lavoratore che ha fatto domanda per poter accedere alla pensione attraverso quota 41 o attraverso l'ape sociale si troverà dinanzi a due ipotetiche risposte: 'si diritto' che in sintesi equivale a: la pratica è stata accettata, i documenti sono corretti e i requisiti a detta dell'Inps rispettati, dunque il soggetto ha diritto alla pensione anticipata.

La seconda opzione è 'No diritto' che significa appunto che la pratica è stata rigettata.

Pensione anticipata 2017: risposte Inps entro il 15 ottobre

Le risposte definitive perverranno entro il 15 ottobre, l'Inps, lo ricordiamo, deve 'scandagliare' ben 66.000 istanze pervenute, al momento i fondi a disposizione sono per 60.000 istanze, qualora tutte, per assurdo, fossero accettate si andrebbe incontro a due alternative, a seconda della scelta che deriverà dagli incontri in atto tra Governo e sindacati per la prossima legge di bilancio 2018:

  • Una graduatoria per priorità di presentazione che determinerà dunque l'accesso agli aventi diritto alla quota 41 e ape sociale;
  • Stanziamento di ulteriori fondi da parte del Governo che permetterebbe di ovviare tale eventuale graduatoria.

Resta inteso che potrebbe capitare, purtroppo, che a taluni lavoratori la prima l'istanza venga rigettata nonostante questi possiedano i requisiti conformi alle richieste, il problema potrebbe essere determinato dall'assenza della documentazione corretta.

In quel caso la pensione anticipata sarà rimandata al 2018. Ad oggi 11 settembre è possibile iniziare a controllare attraverso il portale 'My Inps' se la propria domanda è stata accolta o rigettata, sebbene sia necessario ricordare ai lavoratori che per poter rendere effettivo il pensionamento è comunque ancora necessario presentare un' ulteriore domanda.

Pensioni 2017, ultima chance Governo per non deludere donne e precoci

Decisivi per la sorte dei lavoratori saranno i prossimi giorni, il 13 settembre è infatti atteso l'ultimo incontro tra Governo e sindacati sul fronte previdenziale, al momento i primi incontri relativi alla 'Fase 2' non hanno soddisfatto né i lavoratori né i sindacati. Le questioni aperte sono da un lato lo stanziamento di ulteriori risorse al fine di poter ampliare la platea dei beneficiari che hanno richiesto la quota 41 e l'ape sociale, permettendo, come ha detto Damiano, Presidente della commissione lavoro alla Camera, almeno l'accesso alla pensione anticipata a tutti coloro che hanno già presentato la prima istanza e ne hanno i requisiti.

Poi sul tavolo restano le tematiche concernenti lo stop o il rimodulamento del meccanismo che associa l'età pensionabile all'aspettativa di vita ed il delicato tema del riconoscimento del lavoro di cura delle donne. Al momento si è parlato di una misura parziale ossia del riconoscimento di un bonus contributivo pari a 6 mesi per ogni figlio, per quanti accederanno all'ape sociale, per un massimo di 24 mesi. La proposta non ha soddisfatto le lavoratrici né quelle affrante dalla sempre più probabile non proroga dell'opzione donna al 2018, né quante ambivano almeno ad un riconoscimento contributivo, meglio ancora anagrafico, che valesse però per tutte le donne. Non resta che attendere mercoledì 13 settembre per comprendere le reali intenzioni del Governo.