Lunedì prossimo l'Inps dovrebbe concludere il monitoraggio delle circa 66 mila richieste di accesso alla, cosiddetta, Ape Sociale. Verranno completate anche le valutazioni sulle richieste di richieste di pensione anticipata per i lavoratori precoci. Il problema, però, come lamentano diverse sigle sindacali è dato dell'interpretazione eccessivamente restrittiva data dall'ente previdenziale alla normativa di attuazione. Da parte sua l'Inps si difende affermando che sta, semplicemente, applicando la legge.

Questa querelle potrebbe avere come conseguenza il rigetto di molte delle domande inviate, secondo alcuni anche più della metà.

Comunque, per averne la certezza occorrerà attendere il 25 ottobre 2017, data della conferenza dei servizi, dopo la quale verrà comunicato il dato ufficiale.

Il dossier Inca - Cgil

Il patronato Inca della Cgil ha elaborato un dossier, in base alle segnalazioni inviate dai suoi associati, in cui ha raccolto diverse casistiche. Ad esempio, un lavoratore con 63 anni d'età, disoccupato e senza ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi, potrebbe vedersi rigettata la domanda a motivo del fatto che ha lavorato per un solo giorno venendo, addirittura, retribuito con dei voucher. E questo, nonostante tale interpretazione restrittiva sia in aperto conflitto con quanto disposto dall'articolo 19 del decreto 150/2015.

Sempre secondo il dossier Inca - Cgil sarebbero state respinte anche le richieste di coloro che, dopo aver percepito gli importi di un ammortizzatore sociale, hanno svolto una qualsiasi attività lavorativa retribuita, però, al di sotto dei limiti per il mantenimento dello stato di disoccupazione. Anche questa interpretazione confliggerebbe, secondo il patronato, con l'articolo 8 del dpcm 88/2017, che prevede che l'Ape Sociale sia usufruibile anche con redditi da lavoro dipendente fino a 8 mila euro annui e da lavoro autonomo fino a 4800 euro annui.

Infine, una terza casistica esemplificata nel dossier riguarda coloro che hanno versato dei contributi, ma in Paesi esteri. Anche costoro sarebbero esclusi secondo l'Inps. L'Inca - Cgil richiama, comunque, il disposto dell'articolo 6 del regolamento 883/2004, secondo il quale qualora uno Stato membro dell'Unione Europea subordini il godimento di un diritto ad una prestazione alla maturazione di un periodo che sia di occupazione, di lavoro autonomo o di residenza, per reciprocità deve tenersi conto dei medesimi periodi anche in tutti gli altri Stati membri

La risposta dell'Inps

Da parte sua, l'Inps ribadisce che sta semplicemente applicando la legge e, inoltre, fa presente che a seguito di diversi approfondimenti e interlocuzioni, in particolar modo con il Ministero del Lavoro, si è deciso di estendere i benefici dell'Ape Sociale anche a coloro che hanno versato contributi all'estero. Da parte loro, i Sindacati non possono ritenersi soddisfatti e promettono battaglia affinché venga riconosciuto il beneficio a tutti gli aventi diritto.