La CGIA di Mestre, l'associazione di categoria di artigiani e piccole imprese, ha pubblicato uno studio sulla situazione lavorativa in Europa relativo all'anno 2016, che estende il trend demografico generale anche al mercato del lavoro.

Cosa dice l'indagine?

In particolare, è emerso che l'Italia ha l'età media dei lavoratori più alta d'Europa, di ben 44 anni contro una media generale di 42 anni. Su tale dato ha sicuramente pesato l'aumento di 5 anni realizzatosi negli ultimi 20 anni, di 2 anni superiore alla media UE.

Sulla popolazione lavorativa italiana, poi, la classe d'età 15-29 anni incide per il 12%, contro una media UE del 18.7%: ciò significa che poco più di 1 italiano su 10 ha meno di 30 anni.

La classe di età degli ultra 50enni, invece, incide per il 34.1%, contro una media UE del 32.1%. Peggio di noi fa solo la Germania col 35.9%, che, tuttavia, garantisce la presenza di un mercato del lavoro più dinamico con una disoccupazione strutturale quasi nulla.

Ma davvero bisogna essere sorpresi da questi dati? La CGIA risponde di no. Infatti nel 1996 i lavoratori under 30 erano 4.6 milioni, ora ne contiamo circa 2.7 milioni. Il trend in atto, dunque, dura da 20 anni e ha portato ad una variazione negativa del -40.8% in quella classe d'età, rispetto ad una media UE di -9.3%. All'inverso, nello stesso periodo, i lavoratori over 50 sono cresciuti di quasi il 90%, dai 4.1 milioni ai 7.8 milioni di oggi, quindi sono pressoché raddoppiati.

Tuttavia, qui il boom ha riguardato tutto il Vecchio Continente, tanto che in Francia e Spagna ritroviamo variazioni percentuali di molto superiori.

I dati regionali

A livello regionale, inoltre, sul podio dell'età media più alta, troviamo Liguria (45.4 anni), Sardegna (45.3) e Calabria (44.7). A risentire di meno del calo demografico e dell'invecchiamento della popolazione, sono, invece, Veneto e Lombardia (entrambe con 43.5 anni) e il Trentino Alto-Adige (43.2).

Aggregando i dati per macro-regioni, il Centro presenta la media più alta (44.3 anni), seguono il Mezzogiorno (44.2), il Nord-Ovest (43.9) e il Nord-Est (43.8).

Infine, un'ultima curiosità riguardo i contratti di apprendistato: Emilia Romagna, Veneto e Lombardia riportano il numero più alto di giovani assunti con tale forma. Le tre regioni, insomma, mantengono il loro ruolo di leader non soltanto nella crescita economica italiana, ma anche nel progressivo svecchiamento della forza lavoro.