Ha suscitato una profonda delusione la scelta dell'esecutivo riguardante il blocco dell'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita. In molti, infatti, si aspettavano una risposta concreta che purtroppo non è arrivata; ciò lascia intuire che a partire dal 2019 il requisito anagrafico per richiedere la pensione di vecchiaia aumenterà di ulteriori cinque mesi fino ad arrivare a 67 anni.

Ecco cosa prevede la pdl 4600

Anche i sindacati non sono rimasti particolarmente soddisfatti visto che migliaia di lavoratori saranno costretti a posticipare ancora l'uscita a partire dal 2019.

A nulla è servita, quindi, la proposta di legge n. 4600 lanciata dalla Lega Nord firmata dall'onorevole Roberto Simonetti e depositata alcune settimane fa in Commissione Lavoro alla Camera. Tale proposta, infatti, prevede lo stop dell'adeguamento automatico dei requisiti alla speranza di vita; una misura che potrebbe rivelarsi utile anche per le lavoratrici che attendono una proroga del regime sperimentale donna e per i lavoratori precoci che sperano nell'estensione del meccanismo di Quota 41 ad una platea più ampia di beneficiari.

Si tratta di una proposta che avrebbe ricevuto gran parte dei consensi da parte delle varie forze politiche e che ha riscosso l'ammirazione anche da parte del Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che, invece, avrebbe reso nota la necessità di intervenire sul congelamento degli automatismi per coloro che accedono all'Ape.

Salvini contro il Governo

Anche il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini ha mostrato la sua delusione verso l'operato del Governo. Il Leader del Carroccio ha infatti affermato: "Io non mi alzerò dal tavolo fino a quando non avremo messo a punto una riforma delle Pensioni, subito dopo aver abrogato la Riforma Fornero.

Andare in pensione a 67 anni è una follia", ha detto.

Secondo il Leader della Lega Nord, infatti, il Governo dovrebbe intervenire con l'eliminazione definitiva della precedente riforma pensionistica visto che ha penalizzato gran parte dei lavoratori italiani. Non è escluso che sui tavoli dell'esecutivo potrebbe tornare nuovamente l'ipotesi sulla quota 100 lanciata dallo stesso Salvini che consentirebbe l'uscita a partire dai 60 anni di età anagrafica e 40 anni di versamenti contributivi o, in alternativa l'uscita anticipata con Quota 40, ovvero dopo la maturazione di almeno 40 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica.