La manovra finanziaria per il 2018 presenta soltanto poche novità per quanto riguarda il capitolo Pensioni. Fra queste c'è anche la nuova Ape sociale donna, che risponde in minima parte alle richieste dei sindacati e ricalca grossomodo l'anticipo pensionistico agevolato di cui tanto si è discusso nel recente passato. Per quanto riguarda la proroga di Opzione Donna rimane al momento tutto fermo. Nelle ultime ore, il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli ha tuonato contro il governo, sottolineando come vi sia la possibilità dell'interruzione degli eventuali nuovi incontri sulla fase 2 della discussione previdenziale.

La nuova Ape rosa

Passata quasi inosservata, all'interno del testo della Legge di Stabilità per il prossimo anno figura anche la cosiddetta Ape donna, attraverso la quale il governo vuole dare una risposta concreta alla richiesta di pensione anticipata per le lavoratrici. Ad essere interessate dalla nuova forma di flessibilità pensionistica saranno però soltanto le lavoratrici madri, che avranno diritto ad un bonus contributivo sulla base del numero dei figli partoriti oppure adottati. Per chi non ha figli non cambierà invece nulla rispetto al passato.

I requisiti contributivi e anagrafici rimangono gli stessi. La pensione anticipata delle donne è possibile richiederla all'età di 63 anni, con 3 anni e 7 mesi di anticipo rispetto agli attuali requisiti anagrafici della pensione di vecchiaia.

Ricordiamo fin da ora che l'età pensionabile aumenterà a 67 anni nel biennio 2019-2020, dopo la decisione del governo di non toccare il meccanismo che regola il requisito anagrafico per accedere alla pensione automaticamente in base alla speranza di vita registrata in Italia.

Rientrano nella misura le stesse donne che hanno presentato domanda quest'anno per l'Ape sociale.

Ciò significa che anche per l'Ape rosa valgono le specifiche categorie inserite nel decreto attuativo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana quest'estate. La misura dunque non è aperta a tutte le lavoratrici madri, ma soltanto ad una determinata fascia di donne. Cambiano però i requisiti contributivi.

Allo stato attuale delle cose, può essere presentata domanda per l'Ape sociale da chi ha almeno 30 anni di anzianità contributiva oppure 36 anni se si svolgono determinate attività gravose specificate nel decreto attuativo di luglio scorso.

La novità dell'Ape sociale per le donne sta nel concedere uno sconto contributivo fino ad un massimo di due anni. Per ogni figlio si ha diritto ad un bonus contributivo di 6 mesi. Poniamo ad esempio il caso che un'addetta ad un lavoro gravoso abbia quattro figli. In questo caso, i requisiti contributivi passerebbero da 36 a 34 anni, fermo restando l'età anagrafica a 63 anni. Il costo, ricordiamo, è gratuito ed è accessibile esclusivamente se si sono maturati tutti i requisiti e se non si è titolari già di una pensione qui in Italia oppure all'estero. Ti invitiamo a rimanere aggiornato sulle ultimissime notizie relative al capitolo previdenziale.