È stata fissata per il prossimo 24 ottobre 2017 la decisione finale della Consulta in merito al delicato tema delle rivalutazioni delle pensioni. La vicenda prosegue da tempo e riguarda gli assegni maggiori di tre volte il minimo Inps (posto che al di sotto di tale soglia i percettori hanno già beneficiato dell'adeguamento all'inflazione). I giudici sono chiamati a decidere la costituzionalità del cosiddetto DL Poletti (n. 65 del 2015) risalente a due anni fa, quando la stessa Corte Costituzionale aveva deciso per la non idoneità del freno istituito dal Governo Monti.

L'esecutivo varò quindi un correttivo urgente che ora è appunto al vaglio dei giudici, con il quale si estendeva la rivalutazione (seppure in misura decrescente rispetto al crescere dell'importo della pensione) fino a sei volte il minimo Inps (circa 3000 euro al mese).

Gli scaglioni ed il sistema delle rivalutazioni

Come già accennato, al momento l'impianto normativo prevede che la rivalutazione parziale si basi su diversi scaglioni di reddito. Nello specifico, tra 3 e 4 volte l'assegno sociale (1500 - 2000 € circa) la rivalutazione sarà del 40%, tra 4 e 5 volte (2000 - 2500 € circa) sarà del 20% e tra 5 e 6 volte (2500 - 3000 € circa) del 10%. Con importi superiori l'adeguamento all'inflazione viene azzerato.

Su questo meccanismo la Corte Costituzionale dovrà esprimere il proprio giudizio definitivo, pronunciandosi in merito alle diverse richieste che i pensionati hanno inoltrato presso i tribunali negli ultimi anni.

Le rivalutazioni previste per il 2018

Nel frattempo cominciano ad emergere i dati generali riguardanti le rivalutazioni che potranno essere applicate agli assegni pensionistici nel 2018.

Sulla base dell'indice calcolato dall'Istat riguardo l'inflazione in Italia (il dato fa riferimento al monitoraggio avvenuto nel 2017), l'aumento dovrebbe essere dell'1,2%. L'Inps si sta predisponendo ad adeguare gli assegni, ma la decisione della Corte Costituzionale sarà importante anche in tal senso, perché al momento resteranno esclusi i redditi superiori a 6 volte il minimo (circa 3mila euro).

Oltre a ciò, l'Istituto di pubblica previdenza dovrà compensare anche lo 0,1% di rivalutazione in eccesso erogata nel 2014, per cui una parte degli adeguamenti potrebbe essere sterilizzata dalle trattenute.

Per capirne di più non resta che attendere i prossimi eventi, a partire dalla decisione della Corte costituzionale fissata per martedì. Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori nel caso desiderino aggiungere un nuovo commento nel sito in merito alle ultime novità riportate. Mentre per ricevere le prossime notizie di aggiornamento sulle pensioni ricordiamo di utilizzare la funzione "segui" disponibile in alto, vicino al titolo dell'articolo.