Mentre si discute di fase due della riforma Pensioni e aumento dell'età pensionabile in base alle aspettative di vita rilevate dall'Istat, torna d'attualità in materia previdenziale anche il capitolo relativo all'adeguamento dei trattamenti pensionistici al costo della vita. Tornerà domani (martedì 24 ottobre) davanti ai giudici della Consulta la questione dell'adeguamento degli assegni previdenziali al costo della vita. La Corte Costituzionale dovrà ancora una volta decidere sulla questione a distanza di diciotto mesi da una sentenza emessa sulla stessa questione che sollevò scontri e polemiche.

Pensioni, adeguamento al costo della vita: parola alla Corte Costituzionale

In discussione, un anno e mezzo fa, come ricorda l'Ansa, c'era il blocco, relativo agli anni 2012 e 2013 dell'adeguamento degli assegni pensionistici di importi mensili tre volte superiori al minimo Inps, ovvero quasi 1.450 euro al lordo. Si trattava di quella che è stata battezzata come "norma Fornero". I giudici della Consulta, con una sentenza firmata dalla giudice Silvana Sciarra, giudicarono quella norma incostituzionale. Stavolta, invece, al vaglio della Corte costituzionale c'è quello che è stato impropriamente definito dall'ex premier Matteo Renzi il "bonus Poletti", ovvero il decreto legge, disposto nel mese di maggio del 2015, con il quale l'esecutivo a guida dem cercò in qualche modo di rimediare alle indicazioni della Consulta che si era precedentemente espressa sulla questione.

In questa occasione, una eventuale bocciatura totale della norma, non appare per niente scontata.

Continua lo scontro tra governo e sindacati sull'aumento dell'età pensionabile

Numerose le ordinanze pervenute alla Consulta. I giudici costituzionali, in considerazione della complessità e della delicatezza della questione, potrebbero pure non decidere domani ma aggiornare l'udienza per più approfondite valutazioni.

Torna così d'attualità il tema dell'adeguamento delle pensioni al costo della vita mentre infuria lo scontro tra governo e sindacati sull'aumento dell'età pensionabile in base alle aspettative di vita rilevate dall'Istituto nazionale di statistica. Stando così le cose, se non si interviene con una norma ad hoc per bloccare l'adeguamento come chiedono i sindacati, l'aumento dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale scatterà a partire dal primo gennaio 2019, quando per andare in pensione sarà necessario aver compiuto 67 anni di età.