Brutte notizie arrivano dall'Inps sul fronte dell'applicazione delle norme per l'uscita anticipata previste nella fase uno della riforma Pensioni. E' stato respinto dall'Istituto nazionale per la previdenza sociale, attualmente presieduto da Tito Boeri, il 70% delle domande di pensionamento con la Quota 41 avanzata da quella parte di lavoratori precoci ai quali era rivolta la misura. E' stato respinto anche il 65% delle richiesta di pensionamento con l'Anticipo pensionistico sociale.

Pensioni, verso il fallimento la fase uno della riforma Renzi-Poletti

A fornire i dati che indicano comunque il fallimento, almeno fino a questo momento, della fase uno della riforma pensioni è stato la direttrice generale dell'Inps, Gabriella Di Michele, durante di un'audizione parlamentare in commissione Lavoro alla Camera presieduta da Cesare Damiano. Le verifiche delle richieste presentate all'Inps per l'accesso all'Ape social e alla Quota 41 precoci si sono concluse domenica scorsa, 15 ottobre. Per quanto riguarda la Quota 41 destinata a una parte dei lavoratori precoci sono complessivamente 26.251 le richieste presentate all'Inps: 18.411 quelle che sono state respinte, soltanto 7.356 quelle accolte.

Un dato certamente preoccupante. In fase di istruttoria ci sono ancora 484 domande di pensionamento. Per quanto riguarda l'Anticipo pensionistico sociale, invece, sono 25.895 le domande già respinte 13.601 quelle che sono state accolte dall'Inps. Ancora in fase di istruttoria, per carenza di documenti, ci sono 425 domande.

Proietti, Uil: rendere esigibile diritto all'Ape sociale e alla Quota 41

"Si può ipotizzare - ha spiegato la direttrice generale dell'Inps durante l'audizione parlamentare a Montecitorio - un'estensione della platea afferente ai disoccupati e lavoratori gravosi per l'accesso all'Anticipo pensionistico sociale". In questa direzione si dovrebbe andare il prossimo anno, secondo quanto auspica l'Istituto nazionale per la previdenza sociale.

In effetti una norma in questo senso dovrebbe essere già all'interno della legge di Bilancio 2018. Intanto, si fa sentire la voce dei sindacati dopo i dati resti noti dall'Inps. "Ancora una volta insopportabili rigidità, restrizioni e complicazioni procedurali - ha detto il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti - stanno mettendo a repentaglio un diritto faticosamente conquistato - ha sottolineato - con l'ultima legge di bilancio". L'auspicio delle parti sociali è che il governo e l'Inps adesso corrano ai ripari. "Il ministero del Lavoro e l'Inps - ha aggiunto il dirigente sindacale - semplifichino tutto quello che c'è da semplificare per dare risposte certe ai lavoratori".