Si apre un nuovo spiraglio per la totalizzazione dei contributi esteri al fine di poter maturare l'accesso alla pensione anticipata tramite APE sociale. Negli scorsi giorni avevamo ripreso la notizia di una nuova interrogazione parlamentare al riguardo, nella quale si chiedeva di estendere la possibilità dell'anticipo pensionistico anche ai lavoratori frontalieri. Il problema risiede nel fatto che l'APE sociale non rappresenta un trattamento previdenziale, ma piuttosto una prestazione di tipo assistenziale. Per questo motivo, l'opzione di prepensionamento non è inquadrabile tra le misure che normalmente rientrano all'interno delle convenzioni internazionali.

Questa interpretazione rischia però di tagliare ingiustamente fuori dall'APE sociale i lavoratori che hanno accumulato contributi all'estero nel corso della propria carriera. Stante la situazione, la novità riguarda la risposta in arrivo da parte del Governo ed in particolare dal Sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba, che ha spiegato di voler favorire nella seconda fase di monitoraggio coloro che hanno contributi esteri. In questo senso, l'Inps starebbe pensando di permettere la totalizzazione dei versamenti al fine di raggiungere i requisiti utili per l'APE sociale, purché i contributi siano stati versati nei Paesi comunitari ed extracomunitari convenzionati con l'Italia.

Pensioni e lavori usuranti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto

Importanti novità in vista anche per chi ha svolto lavori usuranti o attività particolarmente faticose e pesanti. È infatti stato pubblicato in G.U. il decreto che cambia i requisiti per l'accesso al pensionamento a chi ha svolto le mansioni regolate dal D.Lgs.

n. 67 del 2011. Di fatto, sarà più semplice ottenere i requisiti di pensionamento perché vengono eliminate le finestre mobili e aggiunte ulteriori mansioni a quelle che rientrano tra le agevolazioni. Chi ha svolto lavori usuranti potrà ottenere la quiescenza con la quota 97,6 con almeno 35 anni di versamenti e senza attendere le 12-18 mensilità previste fino al 2017, mentre da qui al 2025 si vedranno sgravati da eventuali adeguamenti all'aspettativa di vita.

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