Le domande dell'Ape sociale e quota 41 sono al centro dell'approfondimento in merito alle ultime notizie sulle pensioni aggiornate ad oggi 20 ottobre. I numeri, ritenuti in un primo momento apocalittici da qualcuno, sono stati in buona parte confermati dai dati ufficiali. Molti dei lavoratori che avevano presentato richiesta di pensione attraverso i due strumenti offerti dal governo in estate si sentono presi in giro. Va detto che, di fronte alla mole di rifiuti da parte dell'Inps, l'esecutivo ha già chiesto all'istituto previdenziale una corposa retromarcia.

Rigidità da una parte e complessità della norma dall'altra hanno contribuito al risultato che è sotto gli occhi di tutti.

Più della metà delle domande sono state rifiutate

I rifiuti per le domande dell'Ape sociale sono stati in totale 25.895, pari al 65 per cento delle richieste fatte pervenire all'Inps. "Valanga di rifiuti" era stato il termine con cui il Patronato della Cgil aveva preannunciato la graduatoria dell'Inps, attesa per domenica 15 ottobre. In pochi si sarebbero immaginati che le parole dell'Inca fossero poi accompagnate dai fatti con questa mole impressionante di rifiuti. Dichiarazioni che avevano messo in preallarme lo stesso governo.

Si attendono ora i risultati del riesame delle domande da parte dell'Inps.

L'istituto guidato dal presidente Tito Boeri deve dare una risposta alle nuove indicazioni presentate dal governo in data 13 ottobre. Sulla base delle disposizioni fornite dall'esecutivo, si attendono novità - in positivo - per quei lavoratori che si sono visti rifiutare la loro domanda di pensione, presentata entro il 15 luglio della precedente estate.

Quanti? Pochi, secondo il direttore generale dell'Inps Gabriella Di Michele, che in audizione alla Camera ha sottolineato come con le nuove disposizioni verranno accolte soltanto un numero limitato di richieste inizialmente rigettate.

Non è una bella situazione per tutte quelle persone che si sono viste rifiutare la loro domanda pur ritenendo - a volte a ragione - di avere i requisiti stabiliti nel decreto attuativo dell'Ape sociale.

Qualora i rifiuti del primo esame dell'Inps dovessero essere confermati in blocco, come ulteriore strumento di pensione anticipata resterebbe l'Ape volontaria, il cui decreto è stato pubblicato in settimana ufficialmente nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

I numeri della quota 41

Ancora peggiore, se possibile, la situazione inerente i rifiuti delle domande per andare in pensione con quota 41, misura dedicata esclusivamente ai lavoratori precoci. I dati ufficiali parlano di 18.411 richieste rigettate, che equivalgono al 70 per cento delle domande presentate in estate da chi ha maturato 41 anni di contributi in determinate condizioni lavorative. Per semplificare, ogni 10 domande 7 sono stati i rifiuti da parte dell'Inps.

Le parole del direttore generale Gabriella Di Michele non sembrano lasciare spazio a nuove illusioni in riferimento al riesame delle richieste.

Nella giornata di ieri, Cesare Damiano attraverso una nota pubblicata sul sito cesaredamiano.org ha ribadito l'impegno a proseguire la battaglia affinché l'età pensionabile non salga a 67 anni a partire dal 1° gennaio 2019. Inoltre ha citato i rifiuti per Ape sociale e quota 41, affermando come sia sua volontà mettersi alle spalle gli oltre 40 mila rifiuti sulle poco più di 60 mila domande presentate a luglio dai lavoratori. In riferimento a ciò, l'onorevole del Partito democratico ha sottolineato che nei prossimi giorni verranno presentati degli emendamenti per migliorare la normativa di legge.