Si avvicina l'inizio della discussione sulla legge di Bilancio e temi quali Ape sociale e aspettativa di vita rimangono in primo piano. Le ultime notizie sulle pensioni aggiornate ad oggi 11 ottobre hanno per protagonista Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera, il quale ha svelato la vicinanza dell'incontro conclusivo fra governo e sindacati atteso per l'inizio della prossima settimana. Ricordiamo che sabato 14 ottobre Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza in segno di protesta contro l'esecutivo e per chiedere risposte concrete su temi previdenziali ritenuti cruciali dalle sigle sindacali.

Ape social, chiesta una correzione

Il decreto dell'Ape sociale è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel mese di luglio, riscontrando un numero elevato di domande da parte dei lavoratori, a cui l'Inps dovrà dare una risposta chiara entro il 15 ottobre. Nella giornata di ieri, a questo proposito, vi abbiamo fornito un approfondimento sul funzionamento della graduatoria dell'Inps in relazione alla quota 41 dei lavoratori precoci. Le cose dette ieri possono servire in egual misura a chi ha fatto richiesta per l'Ape social ed ha qualche dubbio a riguardo di eventuali comunicazioni pervenute dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

Intervenuto ieri attraverso un post sul sito ufficiale, Cesare Damiano ha sottolineato la necessità di una correzione per l'Ape sociale.

Secondo il presidente della commissione Lavoro alla Camera dei deputati, occorre equiparare i contratti a termine a quelli a tempo indeterminato. Il numero uno della commissione si augura che il governo intervenga in tal senso attraverso un provvedimento che verrebbe preso attraverso la prossima legge di Bilancio per il 2018, il cui testo è molto atteso sia dai sindacati che dagli stessi lavoratori.

A chi ci chiede novità sull'Ape volontaria, la forma "a pagamento" dell'anticipo pensionistico, rispondiamo che rimaniamo in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del decreto firmato dal primo ministro Paolo Gentiloni ad inizio settembre. Il disco verde era atteso entro la prima settimana di ottobre, ma vi è stato un nuovo rinvio.

Più il tempo passa e più aumenta la sfiducia dei lavoratori riguardo al nuovo strumento che l'esecutivo a maggioranza Pd intende inserire nel sistema pensionistico italiano per rendere più appetibile la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.

Blocco aspettativa di vita, le ragioni della Cgil

Il tema di discussione principale della riforma Pensioni del 2018 è il blocco o rinvio dell'aspettativa di vita, il meccanismo attraverso il quale l'età pensionabile viene adeguata alla speranza di vita. Da settimane viene richiesto il posticipo della decisione inerente lo scatto automatico della pensione di anzianità previsto per il 1° gennaio 2019, quando si andrà in pensione all'età di 67 anni, cinque mesi in più rispetto agli attuali 66 anni e 7 mesi.

Vi sono possibilità che la richiesta venga accolta, nonostante la contrarietà di alcuni uomini forti del governo.

A chiedere nuovamente il congelamento dell'aspettativa di vita è stato nella giornata di ieri Cesare Damiano, che ha sottolineato come la decisione debba essere posticipata a giugno 2018. Damiano si è fatto promotore in estate della battaglia contro l'aumento automatico di 5 mesi dell'età pensionabile a partire dal 1° gennaio del 2019 insieme al collega Maurizio Sacconi, scontrandosi in più di un'occasione con Tito Boeri, la cui posizione da presidente dell'Inps sarebbe a rischio.

A sostegno del blocco dell'aspettativa di vita troviamo la Cgil. Nella giornata di ieri, Francesca Re-David (segreteria generale Fiom-Cgil) ha ricordato la piaga dei lavoratori morti ogni giorno sul proprio posto di lavoro e di come le recenti dichiarazioni dell'Inail e del governo vengano smentite giorno dopo giorno.

Secondo la Re-David, i dati presentati sono influenzati dalle minori ore lavorative per via della crisi. Parte degli infortuni - conclude la sindacalista - sono dovuti anche a causa dell'elevata età dei lavoratori.