Le ultime novità sulle Pensioni al 24 ottobre 2017 vedono arrivare nuovi aggiornamenti in merito ai tanti italiani che decidono di percepire la propria pensione all'estero. Il loro numero vede una crescita progressiva, tanto da dare vita a quella che in molti definiscono ormai come un'emigrazione previdenziale. Nel frattempo cresce sempre di più il numero di lavoratori con i capelli grigi che si trovano costretti a proseguire la propria attività, tanto che in Europa abbiamo il primato della popolazione lavorativa più anziana. Ma la giornata di oggi sarà importante anche per gli appuntamenti istituzionali, visto che è arrivato il giorno nel quale la Consulta esprimerà il proprio parere sul piano di rivalutazione delle pensioni deciso con il decreto n.

65 del 2015. Un bivio che appare importante, visto che potrebbe spostare fino a 5 miliardi di euro. Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Pensioni: sempre più italiani emigrano per incassare il proprio assegno all'estero

Se l'agognata pensione per molti è un traguardo, anche chi è riuscito ad entrare in quiescenza si trova spesso costretto ad ingegnarsi per avere una maggiore qualità della vita. È il caso di sempre più italiani che decidono di trasferire la propria residenza all'estero, percependo così un assegno corrispondente al lordo (come avviene in Portogallo per i primi 10 anni dal trasferimento) o comunque importanti sconti fiscali (è il caso di Paesi come la Spagna).

L'ultimo in ordine di tempo ad evidenziare quello dei trasferimenti previdenziali come un trend in costante crescita è stato nella giornata di ieri il Corriere della Sera, che ha analizzato i dati snocciolando percentuali di crescita importanti. Sulla base delle recenti statistiche fornite dall'Inps, il 25% dei pensionati italiani incassa meno di 500 euro al mese, il 40% arriva fino a 1000 euro, il 23% si spinge fino a 2000 euro e solo una piccola quota percentuale arriva a superare le 3000 euro.

Cifre che dimostrano come un vantaggio fiscale anche piccolo unitamente ad un costo della vita più basso possano portare un segmento della popolazione una volta considerato statico ad un cambiamento di vita anche drastico, com'è effettivamente il cambio di residenza.

La Cgia lancia l'allarme: l'Italia ha la popolazione lavorativa più anziana dell'UE

Se Atene piange, Sparta non ride. Da un lato molti pensionati decidono per l'espatrio al fine di migliorare la propria qualità della vita, ma chi deve ancora concludere la propria carriera lavorativa vede progressivamente scivolare il traguardo della quiescenza. Secondo quanto comunicato recentemente dalla Cgia di Mestre, l'Italia possiede la popolazione lavorativa più anziana d'Europa. Lo scorso anno l'età media corrispondeva a 44 anni, mentre lo stesso parametro negli altri Paesi si ferma a 22 anni. Il Bel Paese è inoltre caratterizzato da ambienti lavorativi nei quali si trovano pochi giovani e molti lavoratori ultra cinquantenni.

Una situazione che nonostante il plusvalore dell'esperienza porta anche a criticità. "Stanno riemergendo una serie di problemi che credevamo aver definitivamente superato. In primo luogo, sono tornati a crescere, soprattutto nei mestieri più pesanti e pericolosi, gli incidenti e la diffusione delle malattie professionali. In secondo luogo, il numero di attività caratterizzato da mansioni di routine è molto superiore al dato medio europeo", cita la Cgia. Mentre ulteriori rischi sono connessi con l'automatizzazione e la perdita dei posti di lavoro, che determinerà una situazione difficile per il reinserimento di persone avanti con gli anni e dal basso livello di scolarizzazione.

Rivalutazione degli assegni: oggi la decisione della Corte Costituzionale

È prevista per oggi la decisione della Consulta in merito al decreto n. 65 del 2015 con il quale il Governo Renzi era intervenuto sulle rivalutazioni delle pensioni. L'esecutivo era stato costretto a correggere il precedente blocco istituito dal Governo Monti per incostituzionalità. Ne è conseguito un sistema a scaglioni che è stato a sua volta messo in discussione da numerosi pensionati attraverso i ricorsi in tribunale. La sentenza appare particolarmente importante perché potrebbe richiedere nuovi interventi correttivi per diversi miliardi di euro, mentre nel caso peggiore c'è chi stima il costo per le casse pubbliche fino a 5 miliardi.

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