Non sembra chiusa affatto la partita sulla fase due della riforma Pensioni, i sindacati non demordono e continuano a sollecitare al premier Paolo Gentiloni un incontro urgente nel tentativo modificare durante l'esame in Parlamento la legge di Bilancio 2018 varata nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri. Ma dal presidente del Consiglio ancora non è arrivata una risposta ai sindacati che hanno chiesto di incontrarlo subito dopo il varo della manovra che non prevede gli interventi previdenziali di cui si era discusso nell'ambito del tavolo di confronto tra l'esecutivo e le parti sociali sulla seconda parte della riforma pensioni.

Pensioni, leader Cgil chiede incontro al premier sulla riforma fase 2

"Ad oggi - ha dichiarato il leader della Cgil Susanna Camusso in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera - nessun cenno di risposta è arrivato alla richiesta dei sindacati - ha spiegato - di un incontro urgente con il Governo". Dalle colonne del Corsera il segretario generale del sindacato rosso incalza il premier e torna a chiedere un appuntamento prima dell'esame parlamentare della legge di Bilancio in modo da poter intervenire con eventuali correttivi sul fronte previdenziale su cui il governo, però, come ha fatto intendere senza tanti giri di parole a più riprese, non intende intervenire me non mettere a rischio le finanze pubbliche e i rapporti con l'Europa che non può non apprezzare la legge Fornero a salvaguardia del debito pubblico malgrado i drammatici effetti sul piano sociale.

"L'incontro è importante - ha sottolineato Susanna Camusso - perché con la manovra il governo ha creato un vulnus - ha aggiunto - rispetto all'intesa sulle pensioni". In effetti diversi gli impegni assunti dal governo in più occasioni, a partire dagli impegni presi nel verbale d'intesa generale sulla fase uno della riforma pensioni, salvo la doccia fredda al momento del varo della legge di Bilancio in Cdm.

Camusso: sindacati pronti alla mobilitazione verso lo sciopero generale

Adesso i sindacati tutti si riuniranno in assemblee e poi prenderanno una decisione unitaria. "Poi prenderemo - ha spiegato la Camusso - le necessarie risoluzioni". Tra le ipotesi quella di proclamare uno sciopero generale. Una grande mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil e degli altri sindacati che aderiranno.

"Certo non possiamo star fermi - ha aggiunto rispondendo a una domanda a proposito dello sciopero generale proposto dalla Fiom - in attesa di un incontro che non arriva". L'obiettivo dei sindacati resta quello di modificare la riforma pensioni varata nel 2011 dal Governo Monti sostenuto in parlamento dalla maggioranza di larghe intese. "Abbiamo sempre detto - ha spiegato il segretario generale della Cgil - che volevamo cambiare la Fornero, perché ci deve essere un equilibrio - ha sottolineato - tra la messa in sicurezza dei conti e la giustizia sociale". Dunque chiede al governo una maggiore attenzione sul piano sociale piuttosto che su quello economico. A proposito dell'aumento dell'età pensionabile a 67 anni dal 2019 per l'adeguamento alle speranze di vita previste dall'Istat Susanna Camusso ha ricordato nell'intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera che i lavori non sono tutti uguali, alcuni sono più pesanti e usuranti, e che quindi le speranze di vita non solo uguali per tutti i lavoratori.

Critiche anche all'Anticipo pensionistico. "Sull'Ape - ha detto il leader del sindacato rosso - stendo un velo pietoso". Il riferimento proabilmente è sia all'Ape social che si è rivelata un flop insieme alla Quota 41 per una parte dei lavoratori precoci, sia all'Anticipo pensionistico sociale che nonostante sia già in vigore ha difficoltà a partire, in ogni caso la sua efficazia in termini di uscite anticipate dal lavoro e probabili nuove opportunità occupazionali per i giovani è ancora tutta da verificare. Si fa sempre più concreto, comunque, il rischio che anche l'Ape volontario per gli over 63 possa rivelarsi un flop.