Mentre i sindacati chiedono un incontro con il premier Paolo Gentiloni sperando di convincerlo in "zona Cesarini" a fare un passo indietro sull'aumento dell'età pensionabile, l'ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero, difende oggi la riforma Pensioni che porta la sua firma e considera "saggia" la scelta del governo di non bloccare l'innalzamento dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale come chiedono non solo i sindacati ma anche autorevoli parlamentari della maggioranza tra i quali Maurizio Sacconi e Cesare Damiano, rispettivamente presidenti delle commissioni Lavoro del Senato e della Camera.

"Io credo - ha detto l'ex ministro del Lavoro - che sia stata una scelta saggia".

Pensioni, Fornero: scelta saggia lasciare aumento età a 67 anni

L'aumento dell'età pensionabile, che salirà a 67 anni nel 2019 se non si dovesse intervenire con modifiche alla norma, è considerato fondamentale per la salvaguardia dei conti pubblici. Vengono messi però in secondo piano i problemi di carattere sociale che continua a creare, lasciano ultrasessantenni ancora al lavoro e giovani disoccupati. "Non farlo - ha detto oggi la professoressa Elsa Fornero ai microfoni di Radio Capital - sarebbe stata una mossa per farsi ben volere dai cittadini, ma - ha sottolineato - non sarebbe andata dove va il Paese". Il Paese va verso un ristabilimento delle finanze pubbliche in un contesto di condivisione delle scelte di politica economica con l'Unione europa e la troika nel suo complesso.

L'ex ministro del Welfare parla a Radio Capital di riforma pensioni

Non poteva essere diversamente: la Fornero difende a spada tratta la sua riforma pensioni e in particolare l'aumento dell'età pensionabile, anche se in più occasioni ha sostenuto che comunque adesso è possibile modificare alcune norme in materia di flessibilità in uscita dal lavoro verso nuove forme di pensione anticipata, come per esempio l'Anticipo pensionistico volontario in vigore da ieri, oppure come l'Ape social e la Quota 41 per una parte dei lavoratori precoci attive già da diverse settimane.

"Bisogna lasciare la norma che prevede tale innalzamento - ha detto l'economista torinese esperta di lavoro e previdenza - e agire con correttivi come l'Ape sociale per intervenire - ha spiegato ai microfoni di Radio Capital - in quelle situazioni di lavoro particolari".