L'incontro tenutosi questa mattina tra Governo e Sindacati sul pacchetto di misure da applicare al comparto previdenziale non è riuscito a compattare Cgil, Cisl e Uil. Al termine del nuovo confronto il Presidente del Consiglio Gentiloni ha spiegato di voler dare seguito al lavoro svolto attraverso un emendamento del Governo alla Manovra di fine anno. L'appoggio delle parti sociali non sarà però unanime, tanto che il documento dell'esecutivo non è stato contrassegnato dalle firme dei sindacati. Ad esprimere un deciso no rispetto ai nuovi interventi correttivi è la Cgil, che ha giudicato lo sforzo sui criteri di pensionamento e sulle misure di tutela di donne e giovani come insufficiente rispetto alle reali esigenze dei lavoratori.

Positivo invece il giudizio della Cisl, che punta a portare a casa i risultati sin qui ottenuti, mentre la posizione della Uil resta critica ma possibilista, ritenendo che si è fatto il massimo rispetto alle risorse disponibili.

Pensioni e legge di bilancio: Governo pronto a presentare un emendamento

Stante la situazione appena descritta, il Governo provvederà ora a tradurre la proposta fatta ai sindacati in un emendamento alla Legge di Bilancio 2018, che sarà quindi discusso in Parlamento. Tra le misure che oggi si sono aggiunte al quadro di interventi già noto troviamo l'allargamento dei requisiti d’accesso all'APE sociale per le lavoratrici con figli, che si va a sommare al già conosciuto bonus semestrale per ogni figlio (con un limite massimo di due anni), seppure con il vincolo di utilizzo dei risparmi inerenti l'anno 2017.

Mentre un altro intervento dovrebbe riguardare la sostenibilità dei trattamenti dei giovani, oltre all'inserimento dei lavoratori del settore siderurgico tra le categorie di chi svolge attività gravose esentate dallo scatto di 5 mesi per l'adeguamento all'aspettativa di vita.

I primi commenti sull'esito dell'incontro da parte del CODS

In merito all'esito dell'incontro tra Governo e Sindacati abbiamo raccolto i primi commenti da Orietta Armiliato, fondatrice del Comitato Opzione Donna Social. "È chiaro che non ci si può dichiarare soddisfatti anche perché, in realtà, ancora non sappiamo quali saranno i requisiti che si applicheranno per l'accesso delle donne all'Ape Social e che apprenderemo solo quando il Governo proporrà il proprio emendamento al parlamento.

Detto questo, accogliamo il provvedimento da un lato positivamente poiché avvia il processo di superamento delle disparità di genere assegnando il primo riconoscimento di valore sociale del lavoro di cura e di maternità svolto dalle donne, mentre dall'altro lato il dover certificare che tale riconoscimento andrà a vantaggio di una platea ridotta di lavoratrici e non di tutte, come auspicavamo, ancora una volta ci pone davanti ad un discrimine che non si può sicuramente accettare di buon grado".

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