La battaglia per Opzione Donna continua. Dopo la manifestazione dello scorso 8 novembre, non si sono ancora spente le speranze delle lavoratrici. In tal senso, arrivano novità positive dalla Camera. L'onorevole Andrea Maestri (Possibile), come mostrato da Giulia Molinaro sul gruppo Opzione Donna Proroga al 2018, ha presentato l'emendamento AS2960, attraverso il quale si chiede la proroga della misura al 2018. L'articolo per cui è stata proposta l'integrazione è il numero 22. L'azione di Maestri e del suo partito è la testimonianza diretta di come qualcosa continui a muoversi, in previsione del varo ufficiale della Legge di Bilancio per il 2018.

Il nuovo emendamento

La nota a margine dell'emendamento presentato dal deputato di Possibile Andrea Maestri non lascia spazio ad interpretazioni: "Proroga a tutto l'anno 2018 del regime sperimentale c.d. Opzione Donna". L'estensione della misura fino al prossimo anno è da tempo la richiesta delle lavoratrici, le quali sono scese la settimana scorsa in piazza per rinnovare la propria domanda alla classe politica. Dall'ottimismo di settembre, si è passati al "purgatorio" d'ottobre. A novembre nuovamente la luce, con la manifestazione di Montecitorio e l'appoggio concreto di Rizzetto e Maestri.

Fino a quando la nuova Legge di Bilancio non sarà varata, proseguirà la lotta delle lavoratrici per la proroga di Opzione Donna.

Non si escludono ulteriori novità a margine del nuovo incontro fra governo e sindacati programmato per la mattina di sabato prossimo, quando a Palazzo Chigi verrà scritta, con ogni probabilità, la parola fine sul tema riguardante l'aspettativa di vita. Cgil, Cisl e Uil si lamentano del trattamento ricevuto dalla fase 2 della riforma Pensioni, fra cui i lavori di cura ed il trattamento previdenziale delle donne, ed è facile immaginare che le sigle sindacali presenteranno il loro conto anche in occasione del confronto di sabato.

Ricordiamo che Opzione Donna consente alle lavoratrici con almeno 35 anni di contributi di andare in pensione prima dei 60 anni, accettando il ricalcolo della pensione interamente con il sistema contributivo. La maggioranza delle lavoratrici non chiede soltanto la proroga al 2018 ma vorrebbe che tale strumento fosse reso strutturale.

Alcuni invece si domandano il motivo per il quale l'esecutivo non pensi ad estendere la misura anche agli uomini, rendendo di fatto la misura universale. Seguono aggiornamenti nei prossimi giorni sul tema, con l'eventuale risposta del governo.