Continuano le critiche al Governo Gentiloni da parte dell'ex segretario generale della Fiom Maurizio Landini e del segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Dopo la proposta formulata dall'esecutivo, infatti, sono sorte non poche polemiche scaturite dal fatto che gli interventi in materia previdenziale sono considerati insufficienti. "Mi pare che la tesi fondamentale del Governo sia come sempre che viene prima la sostenibilità finanziaria che non la sostenibilità sociale di un sistema", ha commentato la Camusso infastidita dal fatto che l'esecutivo abbia lasciato ancora una volta in sospeso il delicato tema riguardante i giovani e le lavoratrici.

Landini: "gli interventi sono solo briciole"

E' intervenuto anche il segretario della Fiom, Maurizio Landini, che considera gli interventi messi in atto dal Governo come delle briciole rispetto a quanto richiesto dalle tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil. Sempre secondo affermato dallo stesso Landini, infatti, la proposta dell'esecutivo non costerebbe 300 milioni di euro. "Se il Parlamento cambierà le Pensioni non farà un favore a noi, ma alle persone che lavorano", ha spiegato.

Il Governo deposita l'emendamento

Intanto, il Premier Paolo Gentiloni avrebbe già depositato al Senato l'emendamento relativo alla sua proposta che potrebbe salire sul treno della Legge di Stabilità. Quest'ultima con molta probabilità entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2018.

La tesi formulata dal Governo, infatti, mirerebbe al riconoscimento dello stop all'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita ad alcune categorie di lavoratori che svolgono mansioni prevalentemente faticose e gravose. Si tratta di circa 14.600 lavoratori che saranno esentati dall'innalzamento di ulteriori cinque mesi dell'età pensionabile.

Una misura che sarebbe comunque insufficiente visto che migliaia di lavoratori a partire dal 2019 faranno i conti con l'aumento dell'età che passerà a 67 anni. La proposta, tuttavia, avrebbe, a regime, un costo di 300,2 milioni di euro. Circa 9,4 milioni verranno impiegati per il primo anno, 121,9 milioni di euro quelli invece utilizzati nel 2019: le risorse impiegate saliranno poi gradualmente negli anni successivi.

A preoccupare di più, però, è il famigerato meccanismo di quota 100 sul quale il Governo non è riuscito tuttora a dare una risposta concreta. L'ipotesi formulata dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, infatti, avrebbe garantito un'uscita più flessibile a partire dai 62 anni di età anagrafica e 35 anni di versamenti contributivi.