Sarebbero ancora in trattativa le tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil e il Governo Gentiloni sulle misure da inserire nella Legge di Stabilità che con molta probabilità entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2018. L'esecutivo, infatti, avrebbe reso noto il sua piano sulla previdenza che potrebbe gravare con un costo di circa 300 milioni di euro sulle casse statali.

Ecco il piano dell'esecutivo

Si tratta di una proposta articolata in sette punti che non avrebbe convinto del tutto i sindacati. Fra le misure proposte dal Governo Gentiloni, anche la proroga dell'Ape Sociale fino al 31 dicembre 2018 da effettuarsi con le risorse rimaste ancora inutilizzate, oltre al blocco dell'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita per gli undici profili individuati dalla precedente legge di Stabilità entrata in vigore nel gennaio 2017.

Nel mirino dell'esecutivo ci sarebbe anche la revisione del metodo di calcolo per l'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita.

Come riporta "Il Sole 24 Ore", nell'incontro sarebbe intervenuti anche il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti: "Abbiamo ribadito e confermato le proposte e abbiamo ribadito la convinzione del Governo che il collegamento dell'età all'aspettativa di vita è un pilastro del sistema previdenziale e va salvaguardato", ha spiegato.

La proposta non convince la Cgil

Tuttavia, la proposta dell'esecutivo non sarebbe stata convincente per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che avrebbe chiesto l'estensione della categoria dei lavori usuranti che potranno beneficiare del blocco dell'aumento dell'età pensionabile oltre all'abbassamento dell'anzianità contributiva dai 36 ai 30 anni per accedere all'Ape Sociale.

Da ciò, si intuisce che potrebbero esserci ulteriori ritocchi da inserire nella legge di Stabilità 2018.

Intanto, a preoccupare di più è la discordanza fra le tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil: se da una parte il leader della Cgil Susanna Camusso non sembrerebbe d'accordo con la proposta dell'esecutivo, dall'altra il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo sembrerebbe appoggiare i punti-chiave sulla previdenza proposti dal Governo.

Da ciò potrebbe scaturire una probabile rottura che andrebbe a compromettere la proposta unitaria formulata dalle stesse organizzazioni sindacali. Occorrerà aspettare fino al prossimo incontro previsto per il 18 novembre, giorno in cui si avranno risposta più concrete.