Sarebbero solo undici le categorie che potrebbero ricevere una risposta da parte dell'esecutivo per quanto riguarda lo stop all'innalzamento dei requisiti previdenziali dovuti all'adeguamento alla speranza di vita. A partire dal 2019, infatti, migliaia di lavoratori potrebbero andare incontro ad un aumento di ulteriori cinque mesi dell'età pensionabile.

Governo concentrato su 11 categorie

Un problema sul quale si discute ormai da mesi e che ha suscitato non poche polemiche fra le varie forze politiche e le organizzazioni sindacali. Secondo quanto riportato da "il Sole 24 Ore", infatti, l'esecutivo si sarebbe concentrato sull'ipotesi riguardante il blocco dell'adeguamento solo per le 11 categorie individuate dalla precedente Legge di Stabilità entrata in vigore lo scorso anno.

Si tratta di 11 mansioni considerate particolarmente faticose come i conduttori di gru, i conciatori di pelle, le educatrici e le maestre di asilo e nidi d'infanzia, i facchini, i conduttori di mezzi pesanti, gli infermieri con turni notturni, gli addetti ai servizi di pulizia, camionisti, badanti che assistono persone non autosufficienti e lavoratori del comparto edile. Sarebbero circa 15 mila i lavoratori interessati che potrebbero ricevere una risposta concreta da parte del Governo Gentiloni.

Non è escluso, però, che la categoria potrebbe ulteriormente ampliarsi visto che il Senato starebbe esaminando un provvedimento che potrebbe includere anche i lavoratori appartenenti al settore agricolo, i siderurgici e i lavoratori marittimi.

Intanto, in Commissione Lavoro alla Camera sarebbe stato già depositato l'emendamento bipartisan volto a rinviare ogni decisione sul blocco al prossimo giugno del 2018, ovvero dopo le elezioni politiche previste per primavera. Altre richieste, invece, sarebbero giunte anche dal Sel e dal Movimento 5 Stelle riguardanti il blocco dell'automatismo fino al 2022 in contrarietà con la Lega Nord che, invece, avrebbe chiesto il blocco dell'adeguamento dei requisiti fino al 2020.

Si lavora sull'estensione dell'Ape Sociale

E non manca l'ipotesi riguardante la proroga fino al 2018-2019 dell'Ape Sociale che consentirebbe di anticipare l'uscita dopo il raggiungimento di almeno 63 anni di età anagrafica fruendo di un sussidio fino ad un massimo di 1.500 euro erogato interamente dallo Stato. Tuttavia, o la misura resterebbe riservata alle categorie più deboli anche se il Governo sta tuttora lavorando per l'eventuale estensione.