In attesa del nuovo incontro tecnico tra governo e sindacati sulla riforma Pensioni (fase 2) si continua a reclamare la proroga del regime sperimentale di Opzione donna per la pensione anticipata delle lavoratrici e l'estensione della Quota 41 a tutti i lavoratori precoci che hanno cominciato a lavorare in giovanissima età e che adesso non possono andare in pensione pur avendo oltre 40 anni di anzianità contributiva per effetto della legge Fornero.

Pensioni, ricomincia la battaglia per la proroga di Opzione donna

Ieri una manifestazione si è svolta a Roma in piazza Montecitorio, diversi i parlamentari che sostengono le proposte di proroga di Opzione donna ed estensione Quota 41.

Tra questi il deputato Walter Rizzetto, di Fratelli d'Italia, che continua a chiedere al Governo Gentiloni di rendere noti i dati del contatore appositamente istituito per monitorare le uscite con l'ultimo provvedimento di proroga e quindi prorogare una ulteriore estensione se non la stabilizzazione della misura. "Sono convinto - ha detto Rizzetto incontrando ieri le lavoratrici durante il presidio a Montecitorio - che con i risparmi ottenuti si può andare oltre la proroga di Opzione donna al 2018, si può arrivare anche al 2019, 2020. Anche se io penso - ha aggiunto - che bisogna rendere strutturale la misura. Non la chiamerei più Opzione donna ma solo opzione e basta, uguale sia per gli uomini che per le donne".

Da destra a sinistra diversi parlamentari in campo per la stabilizzazione

Da destra a sinistra. "Il regime pensionistico di Opzione donna - hanno dichiarato in una nota congiunta il segretario e deputato di Possibile, Pippo Civati, e il parlamentare dello stesso partito, Andrea Maestri - rappresenta per molte lavoratrici italiane l'unica via d'uscita dalle forche caudine previdenziali della legge Fornero".

Il problema principale per l'uscita dal mondo del lavoro rimane dunque la riforma pensioni varata nel 2011 dall'esecutivo guidato dall'ex premier Mario Monti e sostenuto in parlamento dalla maggioranza di "grosse koalition" alla tedesca. "Ma il governo - hanno detto Civati e Maestri - aggira la questione, non rispettando nemmeno - hanno sottolineato - gli obblighi previsti di legge".

Anche Possibile propone al governo di rendere strutturale la misura di Opzione donna, sulla questione è stata già presentata una interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti. E insistono nel chiedere al'esecutivo i dati dl contatore per capire quali siano effettivamente i risparmi ottenuti e procedere di conseguenza nel rispetto della legge. Risposte si aspettano adesso dal Governo Gentiloni che incontrerà i sindacati il 13 novembre prossimo.