Da pochi giorni è stato diffuso il decreto che ha ufficializzato il rinvio dell’aggiornamento delle graduatorie di istituto del Personale ATA. Infatti le segreterie scolastiche si sono trovate in difficoltà per le migliaia di domande giunte e a fine novembre non erano ancora pronte neanche le graduatorie provvisorie. Per questo il Ministero dell’Istruzione ha deciso di rinviare di un anno l’aggiornamento in quanto le graduatorie di istituto valgono generalmente per tre anni e sarebbe stato penalizzante per i nuovi candidati aggiornarle ad anno scolastico cominciato.

Per questo i candidati iscritti per il triennio 2017/2020, potranno essere convocati nel triennio 2018/2021. Nel frattempo sono partite convocazioni, dall’inizio dell’anno, fino ad avente diritto attingendo dalle graduatorie vecchie. Tali contratti Fad, dopo la notizia del rinvio dell’aggiornamento, sono stati trasformati in contratti fino al 30 giugno o al 31 agosto. Ma quante domande sono arrivate presso le segreterie scolastiche di tutta Italia? E quali province sono state più scelte dai candidati?

Solo a Bergamo sono giunte circa 30.000 domande

Cominciamo col dire che le segreterie scolastiche di tutte le province sono state inondate dalle domande, in quanto il requisito principale per aderire il bando era il diploma, e sono state contate circa due milione di domande.

Ma le province che sono state scelte maggiormente dai candidati del Personale ATA, sono quelle che hanno visto anche il numero più alto di aspiranti docenti candidarsi per le proprie graduatorie di istituto. Stiamo parlando delle grandi province del Nord Italia ed in particolare di Torino, Milano, Bergamo, Brescia ecc. Basti pensare che è giunta una notizia riguardante la sola provincia di Bergamo, secondo la quale nella provincia lombarda, sono arrivata 30.000 domande.

Un numero davvero alto se si pensa che si tratta di una sola provincia che non è neanche la più vasta della Lombardia. Anche le province del Sud, come quella di Caserta, hanno registrato un numero alto di adesioni al bando. La motivazione per la quale un numero così alto di persone hanno aderito al bando è da ricercare nella crisi intestina presente in Italia che non permette ai giovani (e non) di avere un lavoro stabile.

Per questo lavoratori di diverse categorie decidono di aderire al bando, sperando di arrotondare lo stipendio o di cominciare un altro lavoro partendo da zero e, molte volte, lasciando la propria famiglia e città d’origine.