Scoppia il caso ‘magistropoli’: in questi giorni un consigliere di Stato, un giudice ed un membro della Dda, sono finiti sulle prime pagine per gli scandali legati appunto alla corruzione, allo scambio di favori economici e di sesso e alle sentenze pilotate. Lo scenario delle tre storie che stiamo per raccontare lascia sicuramente basiti tutti coloro che credono a valori quali l’imparzialità, la giustizia, la difesa del cittadino. Il rischio è quello di destabilizzare l’autorevolezza di alcuni rappresentanti del potere giudiziario e delle loro sentenze.

Trattasi, ebbene precisare, di casi isolati, che devono però far riflettere visto che ai magistrati che devono giudicare gli altri viene chiesto di essere più severi sia nel decidere una volta varcata la soglia di un aula del tribunale, sia nel l’opportunità di certi comportamenti.

Il giudice Pagano: su di lui pesa anche la corruzione in atti giudiziari

Iniziamo quindi con il primo protagonista di vari articoli di cronaca ovvero il giudice Mario Pagano, che è indagato con altri due magistrati (Roberto Lenza, in servizio a Nocera Inferiore e Maria Elena Del Forno di Salerno). L’accusa per tutti è di aver creato una rete per favorire gli amici. Dopo esser finito sotto inchiesta nel 2016, a Pagano gli è stato contestato il reato di associazione a delinquere, quello della corruzione in atti giudiziari, quello della truffa aggravata.

Ecco perchè nei suoi confronti è scattata la misura degli arresti domiciliari e il sequestro preventivo di 500mila euro, denaro derivante dai finanziamenti indebitamente percepiti.

Pagano, invece di astenersi, quasi come un deus ex machina, pilotava tranquillamente l’assegnazione di cause civili e tributarie, fruttando l’amicizia con Nicola De Marco, presidente della II sezione civile del Tribunale di Salerno.

Pagano, fino poco tempo fa in servizio al tribunale di Reggio Calabria, favoriva inoltre l’azienda Royal Trophy di un altro imprenditore suo amico, un certo Roberto Leone. Quest’ultimo in cambio avrebbe fornito gratis alla Polisportiva Rocchese, di cui lo stesso Pagano era direttamente un responsabile, materiale sportivo, denaro e altre cose.

Secondo l’accusa Pagano avrebbe ricevuto in cambio di favori e sentenze pilotate anche cucine e impianti di climatizzazione per un suo agriturismo a Roccapiemonte, l‘Eramo, riferibile allo stesso magistrato.

Roberto Staffa: rischia 10 anni per aver ricattato donne e trans

Il pm di Perugia ha chiesto una condanna a 10 anni e 6 mesi per l'ex sostituto procuratore di Roma Roberto Staffa. L’accusa è di concussione, violenza sessuale, rivelazione di segreto d’ufficio, accesso abusivo a sistema informatico. Emblematico il suo caso documentato ad inizio di quest’anno dalle testate romane che avevano denunciato una storia raccapricciante. La vicenda giudiziariia che ne è emersa è la seguente: Roberto Staffa avrebbe concesso agli stranieri pareri favorevoli alle scarcerazioni, ad alcune donne e transessuali avrebbe poi rivelato "notizie d'ufficio che dovevano rimanere segrete in cambio di rapporti intimi all’interno di Piazzale Clodio.

Incontri che lui ha sempre negato. Staffa, che come PM si occupò anche della scomparsa di Emanuela Orlandi, avrebbe avuto anche una relazione con Laura Terrisi, fidanzata con il boss Consiglio Casamonica, alla quale il giudice aveva promesso favori e infine la scarcerazione. Il suo verdetto è atteso il 20 febbraio 2018.

Il caso del Consiglierie di Stato Bellomo: condotta discutibile

Francesco Bellomo, di cui ci siamo occupati qualche giorno fa, che si vantava d’avere «un quoziente intellettivo di 188 (media umana 100)» e di essere un Albert Einstein incompreso, sta per essere destituito dal Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa. In molti si sono chiesti come abbia fatto ad emettere delicate sentenze e a giudicare sulla legittimità dei vari atti amministrativi un uomo che imponeva la stipula di un raccapricciante contratto, e del suo dress code. Bellomo secondo le testimonianze di alcune stagiste oltre ad imporre l’uso della minigonna e il divieto di matrimonio, spingeva anche ad inviare foto intime.

Ma c’è di più: una stagista ha anche ammesso di essere stata minacciata di denuncia dopo che aveva ricevuto un avviso di conciliazione notificato dai carabinieri. Il «clima di soggezione psicologica», le «vessazioni anche di carattere sessuale» e «lo stravagante e moralmente deplorevole regolamento hanno condotto ad aprire un inchiesta penale su Bellomo che guida la Scuola Diritto e scienza Sla- scuola di Formazione Giuridica Avanzata specializzata nella preparazione al concorso in magistratura ordinaria e su Davide Nali pm anti-violenza di Rovigo. Anche su di lui la procura di Milano sta valutando se aprire un’indagine e il Csm analizzerà la richiesta di sospenderlo dall’attività di magistrato.

Di certo, al di la delle responsabilità penali e civili è forse il caso di ricordare che il codice deontologico dei magistrati all’articolo 1 recita testuali parole: Nella vita sociale il magistrato si comporta con sensibilità all’interesse pubblico, dignità, correttezza. Nello svolgimento delle sue funzioni ed in ogni comportamento professionale il magistrato si ispira a valori di indipendenza e di imparzialità edisinteresse personale.