Per l’anno scolastico 2018/2019 è stato prorogato il CCNI (Contratto Collettivo Nazionale Integrativo concernente la mobilità del personale docente) dell’anno scolastico in corso e sono partite le proteste da parte di alcune categorie di docenti. In primis da coloro i quali avrebbero voluto che aumentassero i posti per i trasferimenti interprovinciali. Infatti nel contratto vigente nell’anno scolastico in corso, solo il 30% dei posti disponibili per la mobilità è destinato ai trasferimenti interprovinciali. Questi sono i posti che interessano i docenti “esiliati” lontani da casa, che si definiscono “immobilizzati”, in quanto a causa del numero esiguo di posti destinati ai trasferimenti interprovinciali non riescono da anni a ritornare alla proprie origini e in molti casi dalla propria famiglia.

Le proteste sono partite negli anni precedenti affinché questa percentuale aumentasse anche di poco, dato che ai trasferimenti provinciali è destinato il 60% dei posti (mentre il 10% ai passaggi di ruolo e di cattedra). Ma niente da fare, il contratto vigente quest’anno è stato prorogato e non è cambiata neanche una virgola. Dunque anche quest'anno sono partite, puntualmente, le proteste ed in particolare in questi giorni a Palermo, Catania e Campobasso.

Anche i neoassunti potranno chiedere di spostarsi alla provincia in cui sono stati immessi in ruolo

Ma quali sono quindi i docenti che potranno spostarsi? In primis c’è da dire che è stata confermata la deroga (eccezione alla regola) del vincolo triennale di permanenza nella provincia dell’immissione in ruolo.

A causa di tale regola, rimasta in vigore fino all’anno scolastico 2015/2016, non sarebbe stato possibile per i neoassunti, chiedere il trasferimento, in quanto sarebbero stati costretti a restare per tre anni nella provincia in cui sono stati immessi in ruolo. Invece tutti i docenti, compreso i neoassunti, potranno richiedere un trasferimento interprovinciale, anche se i posti saranno ridotti.

Per i docenti che vorranno chiedere sia il trasferimento provinciale che interprovinciale, ricordiamo che il modello di domanda sarà unico e potranno essere scelte quindici sedi, all’interno delle quali fino a 5 scuole di uno stesso ambito o di ambiti differenti. Ricordiamo, invece, che chi è titolare su un ambito territoriale non potrà richiedere, nella domanda di trasferimento, di lavorare nella Scuola di attuale servizio.