L'ordine del giorno presentato da Walter Rizzetto, che impegna il governo ad "adottare le opportune iniziative affinché sia prevista la proroga fino al 31 dicembre 2018 del regime Opzione Donna", è stato accolto dal governo. Ne dà notizia Giulia Molinaro, amministratrice del gruppo "Opzione Donna Proroga al 2018", e indirettamente il deputato Pd Baruffi, quando afferma che tutti gli ordini del giorno presentati hanno avuto il medesimo esito favorevole. Si tratta soltanto di un primo passo, visto che per ottenere la proroga è necessario presentare un emendamento e che questo venga votato e inserito nella Legge di Bilancio per il prossimo anno.

Rizzetto stesso ha parlato di "un minimo di possibilità in legge di stabilità" qualora l'ordine del giorno avesse ricevuto una votazione a favore da parte del governo. A quel "minimo di possibilità" si aggrappano ora migliaia di lavoratrici, le stesse che nella giornata di ieri hanno ricevuto la comunicazione dell'accoglimento dell'ordine del giorno presentato da una folta delegazione dei deputati Pd riguardante l'estensione del cumulo dei contributi anche "ai lavoratori e alle lavoratrici che potrebbero così maturare i requisiti previsti per accedere alle salvaguardie o ad Opzione Donna".

Ordine del giorno sulla proroga di Opzione Donna di Walter Rizzetto accolto: cosa succede ora?

La logica vorrebbe che Walter Rizzetto, insieme agli altri firmatari dell'ordine del giorno sulla proroga di Opzione Donna accolto dal governo, presenti ora un emendamento alla Legge di Stabilità.

La sola presentazione di un emendamento non sarebbe però sufficiente per incardinare l'eventuale proroga all'interno del testo della manovra finanziaria per il prossimo anno. Occorre una votazione favorevole di quest'ultimo, affinché possa diventare legge a seguito dell'approvazione dell'intera legge di Bilancio per il 2018.

Le possibilità rimangono poche, come ha ammesso Rizzetto nel post pubblicato sul proprio profilo Facebook per comunicare agli utenti l'avvenuta presentazione dell'ordine del giorno.

Qualora l'eventuale emendamento fosse respinto, andrebbero a tramontare le residue speranze delle lavoratrici, domani coinvolte attivamente nella manifestazione indetta dalla Cgil nelle piazze di cinque importanti città italiane (Roma, Torino, Bari, Palermo e Cagliari).

Nell'eventualità peggiore per le donne in attesa della proroga al 31 dicembre 2018 del regime sperimentale, si andrebbe verosimilmente a percorrere altre strade, dalla protesta sindacale all'ennesima battaglia in occasione dell'insediamento della nuova legislatura la prossima primavera.