Esiste una particolare misura che consente di lasciare il lavoro al compimento dei 64 anni di età. Una notizia questa che di questi tempi non passerà certo inosservata, con i lavoratori che continuano a fare i conti con le dure regole della Legge Fornero che anche la nuova manovra di Bilancio non cancellerà. Anzi, a dire il vero, i requisiti per l’accesso alle Pensioni saliranno ulteriormente nel 2019, tranne che per quei pochi eletti che riusciranno a rientrare in una salvaguardia relativa alle 15 attività di lavoro gravoso previste dal Governo.

La misura per la quale l’Inps ha appena emanato una circolare correttiva è la pensione anticipata con deroga Amato ed è ancora in vigore. Una circolare che di fatto estende la platea di soggetti ai quali la misura è concessa. La comunicazione dell’Istituto di Previdenza Sociale, inoltre, sembra aprire le porte alla possibilità di far presentare riesame a quanti si erano visti respingere l’istanza in questi ultimi anni.

I contributi figurativi

La misura di cui trattiamo è la pensione a 64 anni con 35 di contributi che spetterebbe ai lavoratori maschi che hanno centrato il requisito contributivo e contestualmente i 60 anni di età entro il 31 dicembre 2012. Una possibilità che per le donne è ancora più vantaggiosa perché per quanto riguarda i contributi versati, ne richiede solo 20 anni.

per tutti va anche centrata la quota 96, dove sono valide anche le frazioni di anno nella somma algebrica tra età anagrafica e versamenti contributivi. La circolare dell’Inps emanata e pubblicata giovedì 7 dicembre è la numero 180. Con questa comunicazione l’Inps apre ad un correttivo molto importante della misura, l’ennesimo riguardante la pensione in deroga Amato.

Una misura che nel tempo ha sempre prodotto problemi interpretativi da parte dell’Inps e che ha richiesto l’intervento del Ministero per renderla più appetibile. Rispetto a quanto usualmente faceva l’Inps in sede di istruttoria e valutazione delle istanze, con la circolare lo stesso Istituto precisa che sono utili al calcolo dei 35 (o 20 anni per le donne) anni di contributi necessari, tutti i versamenti a qualsiasi titolo effettuati a nome del lavoratore richiedente.

Viene meno il vincolo della contribuzione effettiva, che voleva utili al raggiungimento dei requisiti, solo i contributi effettivi di lavoro. Adesso rientrano tra quelli validi anche i figurativi, cioè quelli per malattia, gravidanze, quelli da riscatto ed anche il servizio militare. Un correttivo che di fatto allarga la possibilità a molti più lavoratori, soprattutto a quelli che contavano di centrare la misura tra 2016 e 2017, visto che come età anagrafica, essendo anche l’età da centrare entro il 2012, un sessantenne di allora nel 2018 si troverà a compiere 66 anni e quindi ad essere prossimo alla normale pensione di vecchiaia.

Possibile richiedere il riesame?

Nuovo ritocco, dicevamo, perché anche lo scorso anno la misura fu soggetta ad un altro importante intervento dell’Inps sempre tramite circolare.

Quella volta fu il caso di un altro paletto o limite interpretativo dell’Istituto che considerava buone solo le domande di soggetti che dimostravano di essere regolarmente al lavoro al 28 dicembre 2011. Era il vincolo della continuità lavorativa che tagliava fuori dai possibili fruitori della pensione anticipata soggetti che alla data prima citata erano disoccupati, in congedo parentale e così via. Anche questo vincolo fu eliminato tramite comunicazione ufficiale dell’Inps e questa produsse l’effetto di riportare in “partita” quanti si erano visti cancellare la possibilità proprio da quella troppo restrittiva interpretazione delle norme. In quel caso, ai soggetti che si erano visti respingere le istanze, fu concessa l’opzione di farle riesaminare alla luce del correttivo. Così succederà probabilmente adesso, con tutti coloro che hanno avuto la reiezione delle domande perché non raggiungevano i 35 anni di contributi versati, di poter aggiungere anche i figurativi.