A partire dal 2018 le Pensioni saranno più pesanti, grazie al ritorno della perequazione, ovvero il meccanismo che adegua in maniera automatica l'assegno previdenziale all'inflazione, anche se sarebbe meglio fare riferimento all'indice Istat Foi, che prende in esame le famiglie di operai e impiegati. A fronte degli aumenti, ci saranno anche minori riduzioni per chi ad oggi percepisce trattamenti previdenziali che possono essere cumulate con altri redditi, come ad esempio la pensione di reversibilità. Ci si riferisce agli aumenti previsti per il trattamento minimo e l'assegno sociale.

Si ricorda infine che più è alto l'importo della pensione - superata una soglia limite - minore sarà l'incremento della prestazione, come si avrà modo di vedere a breve nel prosieguo dell'approfondimento.

Quali prestazioni beneficeranno della perequazione

Si parte con l'aumento del trattamento minimo, che passerà nel 2018 dagli attuali 501,89 a 507,41 euro, per un rialzo di poco inferiore ai 6 euro al mese. Nel medesimo discorso rientra però la pensione di reversibilità, ridotta del 25 per cento qualora gli altri redditi percepiti superino 3 volte il minimo, del 40 per cento se invece il limite è superato 4 volte, del 50 per cento se l'importo è superiore 5 volte al minimo. Occorre dunque saper fare bene i conti, in qualsiasi situazione.

Novità positive anche per l'assegno sociale, che sarà aumentato da 448,07 a 453 euro mensili, a patto che si abbia diritto alla liquidazione piena della prestazione previdenziale. Sono poco più di 5 euro al mese, che a fine anno si trasformeranno in poco più di 60 euro. Per quanto riguarda tale assegno, così come già visto per il trattamento minimo, occorrerà sempre aspettare il 2018, per il quale mancano ormai meno di 30 giorni.

Capitolo a parte lo meritano le pensioni 2018. Dai calcoli effettuati, si evidenziano aumenti fino a 260 euro in un anno, per i pensionati che percepiscono una pensione di 3 mila euro al mese. Se l'assegno previdenziale supera tale importo, la perequazione inizierà ad intervenire in maniera meno favorevole, in quanto è rimasta valida la regola secondo cui l'adeguamento pieno spetta soltanto agli assegni più bassi.

Chi ad esempio percepisce la pensione minima, l'aumento in un anno sarà pari a 72 euro. Se invece si rientra nella fascia di chi percepisce in un anno 13 mila euro, il miglioramento si alzerà a 143 euro. Nel calcolo, per completezza d'informazione, viene anche riportata la tredicesima mensilità, che spetta come sappiamo sia ai lavoratori che agli stessi pensionati.