Le Pensioni torneranno a crescere a partire dal 1° gennaio 2018. E’ stato infatti pubblicato dal Ministero dell’Economia il decreto che fissa, dopo due anni di blocco, il tasso di rivalutazione degli assegni Inps sulla base del tasso di inflazione calcolato dall’Istat per i primi nove mesi del 2017, come previsto dal meccanismo di perequazione delle pensioni. Il tasso di rivalutazione in questione è stato fissato all’1,1% e comporterò aumenti delle pensioni fino a 260 euro l’anno.

Aumenti pensioni 2018, quanto cresceranno gli assegni Inps

Grazie al ristabilito meccanismo delle perequazioni, il cui blocco era stato giudicato illegittimo da una sentenza della Corte Costituzionale, dal 1° gennaio 2018 le pensioni potranno beneficiare di aumenti dell’1,1% per recuperare il potere d’acquisto perduto a causa dell’inflazione nei primi nove mesi dell’anno in corso.

Bisogna comunque ricordare che gli aumenti non saranno uguali per tutti in quanto proprio il meccanismo di rivalutazione introdotto dalla legge 147/2013 prevede che a beneficiare dell’aumento al 100% saranno gli assegni che rientrano nel limite di 3 volte il trattamento minimo corrisposto dall’Inps. Le pensioni da tre a quattro volte il trattamento minimo Inps riceveranno il 95% della rivalutazione, mentre gli assegni fino a cinque volte saranno aumentati del 75%. La percentuale di rivalutazione scenderà ancora progressivamente con crescere della pensione.

Traducendo queste percentuali in cifre, chi percepisce la pensione minima otterrà un aumento di 72 euro l’anno che salgono a 143 euro per chi riscuote 13mila euro annui, fino ad un aumento massimo compreso tra i 200 e i 260 euro del quale beneficerà chi percepisce una pensione tra 1.500 e 3mila euro al mese.

Effetti degli aumenti su pensioni minime e di reversibilità

Gli aumenti delle pensioni avranno effetti anche su altri tipi di prestazione erogati dall’Inps come le pensioni minime e quelle di reversibilità.

Per quanto riguarda il trattamento minimo, vale a dire l’integrazione all’assegno spettante a chi non supera determinate soglie di reddito, questo passerà da 501,89 a 507,41 euro mensili, mentre l’assegno sociale passerà da 448,07 euro a 453 euro mensili.

Effetti positivi si avranno anche sui trattamenti erogati a chi percepisce anche altri redditi e quindi soggetti a riduzioni per effetto del cumulo. E’ il caso delle pensioni di reversibilità per le quali questi aumenti comporteranno una minore riduzione.