Il regime sperimentale donna non sarà contenuto nella nuova manovra finanziaria che entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2018. La misura tanta attesa dalle lavoratrici, infatti, non sarà prorogata come richiesto da molti esponenti politici e dagli stessi sindacati che sarebbero già pronti a scendere in piazza nella manifestazione prevista per il 2 dicembre.

Il Senato boccia l'emendamento sull'Opzione Donna

La Commissione Bilancio al Senato avrebbe respinto l'emendamento riguardante la proroga dell'Opzione Donna oltre il 2018. Come già tanti sanno, la misura concederebbe la possibilità a migliaia di lavoratrici che hanno dovuto fare i conti con la precedente Riforma Fornero, di lasciare anticipatamente l'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 57 anni di età anagrafica (58 per le autonome) e il versamento di 35 anni di contributi.

Nello stesso tempo, però, le lavoratrici che usufruissero del regime sperimentale donna andrebbero in contro ad un ricalcolo dell'assegno previdenziale secondo il metodo contributivo che potrebbe comportare una decurtazione che potrebbe toccare il 27 %.

Come riportato da "Leggi Oggi", la misura è stata introdotta dalla Legge n.243/2004 mentre la Legge di Stabilità 2017 aveva previsto la sua estensione per le lavoratrici che avessero maturato i 35 anni di versamenti contributivi entro la data del 31 dicembre 2015. Si tratta comunque di una misura in via sperimentale per la quale era stata chiesta una proroga o addirittura, la trasformazione in una misura strutturale.

No all'estensione dell'Ape Sociale

Richiesta che è stata respinta dalla Commissione Bilancio a Senato e che di conseguenza non verrà presa in considerazione nei dibattimenti che si susseguiranno a margine dei lavori per la prossima Legge di Stabilità 2018. Anche l'estensione dell'Ape Sociale avrebbe ricevuto una risposta negativa: anche l'emendamento riguardante la proroga del sussidio ponte e l'estensione ad una platea più ampia di beneficiari, infatti, avrebbe ricevuto uno stop da parte della Commissione Bilancio al Senato.

Fra le richieste delle varie forze politiche, infatti, anche l'estensione dell'Ape Sociale garantendo uno sconto contributivo di sei mesi a favore delle lavoratrici per ogni figlio a carico fino al raggiungimento di un massimo di due anni. Anche questa proposta non avrebbe ricevuto parere favorevole dai membri della Commissione Bilancio.