La Uil accoglie con favore i nuovi dati riguardanti la crescita dell'occupazione, risalenti al mese di novembre 2017, ma osserva anche che se si effettuano dei distinguo i numeri divengono meno incoraggianti. È il senso degli ultimi commenti rilasciati dal Segretario Confederale Guglielmo Loy, che si è espresso nel pomeriggio di ieri in merito alle elaborazioni diffuse dall'ISTAT. A preoccupare, in particolare, sarebbe la crescita del lavoro precario e la sua diffusione rispetto ai nuovi contratti stabili, che risulterebbero una minoranza.

I contratti determinati devono costare ancora di più

Tra le soluzioni proposte dal sindacalista della UIL, emerge la necessità di rendere maggiormente onerosi i contratti a tempo determinato. Per Loy, è infatti questa "la strada per migliorare la qualità delle modalità di assunzione e impiego". Un altro punto su cui lavorare in futuro riguarda invece il costo dei contratti a tempo indeterminato, sui quali bisogna agire in senso strutturale per favorirne l'applicabilità. Infine, un'ultima riflessione si concentra sulle fasce d'età dei nuovi occupati. I dati mettono in evidenza le difficoltà vissute dai 35 ai 49 anni e quelle dei disoccupati over 50, nel momento in cui si trovano a dover affrontare una ricollocazione.