Anche in questo 2018 continua a tenere banco e ad alimentare numerose polemiche la riforma Pensioni. E come al solito, dopo avervi parlato della delusione per quel che concerne l'Opzione Donna, uno degli argomenti più intricati e che maggiormente suscita discussioni tra gli addetti ai lavori è l'ormai famosissima legge Fornero. Proprio in merito si sono scontrati il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini e il presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano: per il primo sarebbe necessaria la cancellazione immediata della Legge Fornero, mentre per il secondo le modifiche sarebbero già state attuate.

Riforma pensioni: Salvini vuole la cancellazione, Damiano risponde

Secondo quanto dichiarato da Cesare Damiano, infatti, nonostante il presidente Mattarella avesse chiesto ai partiti di non promettere cambiamenti impossibili visto che la campagna elettorale incombe, le prime avvisaglie non sembrano buone. Infatti, sul tema riforma pensioni, Matteo Salvini ha proposto recentemente la cancellazione totale della legge Fornero, al contrario di Padoan che, invece, vorrebbe ritoccarla il meno possibile perché la considera uno dei pilastri del sistema previdenziale.

Tuttavia ci ha tenuto a precisare che molti si dimenticano del fatto che la famosa legge Fornero è stata già molto modificata dal 2012 ad oggi, anche se non è stato sbandierato.

La riforma pensioni degli ultimi anni, infatti, ha visto la realizzazione di otto salvaguardie e dell'Opzione Donna, così come l'introduzione dell'APe sociale, per un totale di 250.000 lavoratori che sono stati salvati perché correvano il rischio concreto della povertà. Secondo Cesare Damiano la strada da seguire sarebbe proprio quella di una forte revisione.

In primo luogo per il presidente sarebbe necessaria la quantificazione dei risparmi ottenuti con le salvaguardie per attuare la nona che possa risolvere il problema relativo agli esodati. Ma in secondo luogo l'utilizzo dei risparmi derivanti dall'Opzione Donna per attuare la proroga e l'APe social che dovrebbe essere resa strutturale visto che va in scadenza nel 2018 e la possibilità di andare in pensione a 63 anni per i lavori gravosi dovrebbe diventare un pilastro del sistema previdenziale.

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