Interessa circa 1 milione di insegnanti e secondo quanto affermato dal Ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, le risorse economiche ci sono e ci sono anche le intenzioni di chiudere la trattativa il più presto possibile. Anche perché la Legge di Bilancio, approvata alla fine della legislatura, ha reso disponibili stanziamenti consistenti. Secondo le parole del Ministro Fedeli si stanno cercando tutte le soluzioni per chiudere in tempi rapidi, cioè prima della data delle prossime elezioni, fissata al 4 marzo 2018. Ma vediamo, più nel dettaglio, cosa bolle in pentola.

Gli aumenti salariali

A dire il vero, l'ottimismo del Ministro Fedeli non è largamente condiviso. Secondo Sergio Gasparrini, Presidente dell'Aran, l'Agenzia governativa che si occupa della stipula e del rinnovo dei contratti dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio sono tutt'altro che importanti. Sarebbero, addirittura, insufficienti a garantire l'auspicato aumento di 85 euro lordi per tutti i dipendenti pubblici. E quelli del comparto Scuola rischiano di vedersi, quasi certamente, limato questo aumento. Secondo i calcoli effettuati dal Ministero del Tesoro ,l'aumento nel comparto Scuola dovrebbe attestarsi intorno ai 73 euro. E, comunque, l'aumento pieno verrà conseguito solo da qui a tre anni.

E sarà necessario recuperare delle risorse all'interno del bilancio del Ministero dell'istruzione.

Il capitolo arretrati

Una questione a parte riguarda gli arretrati per il mancato rinnovo. Il contratto degli insegnanti è fermo da ben 8 anni ma gli arretrati fanno riferimento, esclusivamente, al triennio 2016 - 2018. E se, in media, per un dipendente pubblico questo vuol dire ritrovarsi in busta paga circa 490 euro in più, dato che il comparto Scuola è quello pagato meno di tutta la Pubblica Amministrazione, un insegnante dovrebbe ritrovarsi in busta paga qualcosa come 450 euro di arretrati.

La soluzione proposta dal sindacato

Per ovviare al problema della scarsità di risorse diverse sigle sindacali, dalla Cgil alla Cisl ma anche la Gilda premono perché vengano tramutati in retribuzione fissa due istituti che riconoscono risorse aggiuntive ai più meritevoli. Si tratta della card da 500 euro per gli acquisti culturali degli insegnanti, che ha un fondo complessivo di quasi 380 milioni di euro, e il fondo da 200 milioni di euro a disposizione dei dirigenti scolastici per premiare gli insegnanti più meritevoli.

Questa proposta, però, incontra la ferma resistenza del Pd di Matteo Renzi che non vuole veder decadere i principi di merito introdotti nella riforma scolastica.

D'altra parte, sempre secondo una stima effettuata dalla Cgil, i dirigenti scolastici godranno di aumenti di stipendio molto più sostanziosi nell'arco dei tre anni. Infatti, il totale complessivo si dovrebbe aggirare intorno ai 270 euro, di cui 85 euro lordi più 105 euro netti nel 2018 e altri 210 euro netti nel 2020. Infine, grazie alla firma dell'accordo, a ridosso di Natale, che rimanda fino a settembre 2018 l'obbligo di restare per tre anni nella stessa scuola e provincia, dalla prossoma estate potrebbe esserci una montagna di richieste di trasferimento.