In queste ultime settimane, in #Puglia, più precisamente a Melendugno, nel #Salento, le proteste dei cittadini contro il gasdotto transadriatico #tap (Trans Adriatic Pipeline) si sono infiammate: il 28 marzo è stata la giornata più “calda”. Ma perché i salentini protestano? Cos’è la Tap?

Il gasdotto Tap, insieme al gasdotto Tanap (Trans Anatolian Pipeline) e al gasdotto SCP (South Caucasus Pipeline), rientra in un progetto energetico europeo detto “Corridoio Meridionale del Gas” che dovrebbe permettere all’Europa di accedere alle riserve di gas naturale presenti nell’area del Mar Caspio: praticamente un lungo tunnel di 870 km dei quali 8 si troverebbero in territorio italiano.

Ma non è finita. Per collegare poi la Tap al servizio di rete nazionale, si dovrebbero costruire altri 55 km di tunnel, per collegare Melendugno a Mesagne, in provincia di Brindisi, ed espiantare altri ulivi: circa 10.000 ulivi così sono a rischio di espianto e trapianto. Ed è questo un altro punto chiave: secondo chi davvero conosce questi alberi, cioè i contadini che da anni nutrono gli ulivi, essi non sopravvivrebbero all’intero processo. Se ciò avvenisse, e se i contadini avessero ragione, l’uomo compirebbe l’ennesimo omicidio verde.

In seguito all’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente italiano, che ha dato il VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale, giudicata negativa, senza rischi) ai lavori, sono iniziati i presidi da parte dei salentini nelle campagne a rischio: famiglie, studenti, sindaci, contadini si sono schierati contro la costruzione del gasdotto e all’espianto di questi primi 215 ulivi secolari.

Anche il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, si è espresso riguardo la questione Tap. #Emiliano ha dichiarato che “La Puglia non è mai stata ascoltata” e che “ Dubito che il governo possa ascoltare qualcuno perché purtroppo c’è ancora una forte impronta renziana ed il principio fondamentale del renzismo è non ascoltare nessuno e tirare dritto”.

La soluzione proposta dal Presidente della Regione Puglia è semplice: basta spostare il tragitto poco più su, a Brindisi e la situazione si risolve. Si risparmiano km. Semplice no?

Sarebbe una soluzione logica, se non fosse che il territorio brindisino è già ammorbato dal cancro della Centrale Termoelettrica a Carbone dell’Enel: il più renziano degli antirenziani vorrebbe così unire, in un territorio già compromesso, la centrale più inquinante d’Italia a un gasdotto.

E sarebbe una soluzione logica, se non fosse che il territorio salentino non protesta per spostare la Tap a Brindisi, ma protesta per negare totalmente l'approdo del gasdotto.

“La Puglia non è mai stata ascoltata”.

La Puglia parla

Caro presidente Emiliano, sei davvero sicuro di parlare in nome mio, della Puglia?

La regione che tu dovresti amministrare, è lunga oltre 400 km, quasi la metà dell’intero gasdotto. Siamo una regione ricca di storia, di cultura, dai paesaggi invidiati in tutto il mondo.

Ci sono 258 comuni in tutta la regione, dei quali 97 sono nel leccese, 20 nel brindisino e 29 nel tarantino, per un totale di 146 comuni salentini contro i 121 restanti tra le provincie di Foggia, Bari e BAT.

Verrebbe quasi da dire che la Puglia è a maggioranza salentina: se si considerano anche i comuni più a nord del tarantino, che “geograficamente” non rientrano precisamente nel territorio salentino, la popolazione totale è di 1.797.865. Al 2016, l’intera regione conta 4.067.294 abitanti divisi fra Gargano, Tavoliere, Murge, Valle d’Itria e Salento: quasi i 2/4 di questi, vive proprio in quest’ultima.

Quando asserisci che “la Puglia non è mai stata ascoltata” e poi dichiari che per evitare problemi sarebbe meglio “ spostare di 30 km il gasdotto che non è stato ancora costruito”, non ti sembra di non ascoltare me, la Puglia? Chi ti ricorda?

“Dubito che Emiliano possa ascoltare qualcuno perché putroppo c’è ancora una forte impronta renziana ed il principio fondamentale del renzismo è non ascoltare nessuno e tirare dritto”.

La Puglia non è mai stata ascoltata.