Il corpo era in un pozzo sotto un cumulo di pietre. Dal 3 settembre non si avevano più notizie di noemi durini, sedicenne di Specchia in provincia di Lecce, misteriosamente scomparsa. Dieci giorni drammatici per la famiglia, il papà, la mamma, i nonni, e tutta la comunità locale perché il cellulare, il portafoglio, la borsa della ragazza rimasti a casa non lasciavano ben sperare. Dopo giorni di bugie e simulazioni, torchiato per ore dai carabinieri, il "fidanzatino" ha confessato: è stato lui ad ucciderla. Ora anche suo padre è indagato, ma andrà chiarita la sua posizione: se abbia concorso all'omicidio, o aiutato il figlio a occultare il cadavere.

La terribile notizia ha raggiunto i genitori di Noemi mentre si trovavano in prefettura a Lecce proprio per una conferenza stampa. Da giorni andavano avanti le ricerche con i cani molecolari, ma la speranza si era affievolita moltissimo.

Il ritrovamento del corpo

Il giovane reo confesso ha condotto gli inquirenti nelle campagne salentine di Castrignano del Capo dove, in un pozzo, era nascosto il cadavere di Noemi. Tra ulivi e muretti a secco, in un punto difficile da raggiungere, una zona agricola agricola adiacente alla strada provinciale per Santa Maria di Leuca, a trenta chilometri di distanza da Specchia dove la ragazza viveva. Il corpo era ricoperto da pietre. In base a un primo esame esterno, il medico legale ha stabilito che è stata uccisa lo stesso giorno in cui era scomparsa da casa.

Sempre secondo i primi accertamenti, non sarebbe stata uccisa con un'arma classica, quale una pistola o coltello, ma con uno o più colpi di pietra responsabili delle ferite, una delle quali alla testa. Il corpo adagiato su una bara bianca e caricato su un carro funebre, è stato portato all'ospedale di Lecce per l'autopsia.

Ultime immagini da viva

Noemi e il fidanzatino si erano incontrati di nascosto all'alba del 3 settembre. Le telecamere di sicurezza di un'abitazione di Specchia li hanno ripresi alle 5 del mattino di quel giorno, a bordo di una Fiat 500 di proprietà della famiglia del ragazzo che, pur essendo minore e non avendo la patente, prendeva l'auto di nascosto.

Lui aveva detto di aver lasciato Noemi al campo sportivo di Alassano dove abita, ma le sue dichiarazioni non hanno mai convinto gli inquirenti che lo avevano già iscritto nel registro degli indagati, su disposizione della procura dei minori di Lecce, per compiere indagini ed esami tecnici irripetibili.

L'avversione dei familiari

La personalità violenta del ragazzo era nota e per questo era stato da sempre osteggiato dalla famiglia di Noemi. Non piaceva a nessuno, tutti volevano che la relazione finisse. Un cugino di Noemi, Davide, ha raccontato che era possessivo e geloso, la picchiava, minacciava di uccidersi se lei l'avesse lasciato. La madre di lei era stata anche in caserma per denunciarlo e lo aveva segnalato alla magistratura minorile, ma senza esito, eccetto che tra le famiglie dei 2 ragazzi si erano inaspriti i contrasti.

Personalità violenta

La personalità violenta è ben evidente da un video che circola sui social: lo mostra prendere a sedie un'auto che apparterrebbe a una persona con la quale il ragazzo avrebbe avuto una lite furiosa proprio su Noemi. Poco prima, sembra che avesse discusso con il papà della ragazza, giunto ad Alessano per avere notizie della figlia.

Post rivelatore

Ora pare una tragedia quasi annunciata. Nel suo ultimo post Noemi scrive tra le altre cose: "non è amore se ti fa male". Lei però non ne voleva saperne di lasciarlo, su Facebook si sfogava, dichiarava il suo amore ma al tempo stesso chiedeva aiuto. L'orrore chiamato femmincidio ha colpito un'adolescente. Non le è stato permesso di diventare donna.