Due gravi fatti di cronaca hanno scosso di nuovo, nel giro di poche ore, la città di Lecce: ora è di nuovo allarme estorsioni.

Purtroppo, gli episodi fanno seguito all'attentato incendiario avvenuto al supermercato Conad e ripropongono in tutta la loro recrudescenza il fenomeno delle ritorsioni operate dalla malavita organizzata. Negli ultimi tempi Lecce, grazie all'incessante opera delle Forze dell'Ordine, aveva conosciuto un periodo di relativa tranquillità, dopo le innumerevoli minacce ed intimidazioni subite, soprattutto, dagli operatori commerciali.

Spari contro il pub 'Stella Artois'

Ora, invece, la situazione è cambiata e la paura è tornata in città facendo ripiombare nello sconforto l'imprenditoria locale. Veniamo ai fatti: nel primo caso ad essere preso di mira è stato uno storico pub, 'Stella Artois', noto in città, frequentato da molti giovani, sito in pieno centro, nella Piazzetta Ludovico Ariosto. I malviventi, entrati in azione presumibilmente nella nottata di mercoledì 25 ottobre, hanno esploso contro la vetrata alcuni colpi di arma da fuoco danneggiandola notevolmente. Il proprietario solo ieri si è accorto del danno subito ed ha subito allertato le forze dell'ordine per tutti i rilievi del caso.

La squadra mobile della Questura di Lecce ha ascoltato varie testimonianze, compreso il proprietario, ha raccolto tutti gli indizi, ma al momento non è stato scoperto l'autore o gli autori dell'atto intimidatorio.

Probabilmente, grazie ad alcune telecamere che si trovano di fronte al pub preso di mira, sarà possibile ricostruire la dinamica dei fatti.

Bomba carta su un auto di un professionista

L'altro grave episodio è accaduto la scorsa notte, in via Gramsci, in una zona residenziale della città. Questa volta ad essere danneggiata è stata una Fiat Punto parcheggiata nei pressi dell'abitazione del suo proprietario, l'avv.

Renato Leggieri, noto professionista che svolge consulenze nel settore assicurativo. L'auto del legale è stata danneggiata con una bomba carta sistemata sul parabrezza della vettura. Dalle prime indagini non è stato possibile accertare i responsabili del gesto. Fra l'altro, l'auto è utilizzata dalla moglie del professionista e questo particolare fa pensare ad un atto intimidatorio, forse, non in ambito professionale, ma per altri motivi personali. Anche in questo caso si spera di trovare qualche filmato riveniente dalle telecamere che sono installate nella zona per risalire agli autori del vile gesto.