Tra pochi giorni, puntuale come ogni anno, si rinnova, l'11 novembre, la festa di San Martino, la festa del vino novello. Una Tradizione che affonda le sue origini nell'anno 371, più di 1600 anni fa, nel ricordo della morte del Santo, all'epoca Vescovo di Tours. Da quel momento in poi, è stato un susseguirsi, nel corso dei secoli, di manifestazioni che soprattutto nel calendario popolare hanno assunto un'importanza legata alla vendemmia del vino.

'A San Martino ogni mosto è vino', era questo il proverbio che ha accompagnato ogni ricorrenza tanto che la sacralità della festività assumeva sempre più le sembianze di festa popolare della buona tavola e del buon vino.

Una miscela di tradizione e cultura, realtà e leggenda, sacro e profano che si rinnovano in questo giorno. A riscaldare ancora di più gli animi è il tempo mite di quei giorni, quasi a voler ricordare la leggenda del mantello diviso in due dal Santo, per cederne la metà ad un mendicante nudo, ed il premio divino che riconoscendo quel gesto pieno di carità regalò tre giorni di caldo.

San Martino, casto ed astemio

Da allora si dice che l'estate di San Martino coincida con l'ultima appendice della buona stagione, prima del lungo e freddo periodo invernale. Insomma temperatura mite e vino per riscaldare gli animi in onore del Santo. Ma molti non sanno che Martino era tanto astemio da scansare il vino come fa il diavolo con l'acqua santa, rifuggendo dai piaceri della tavola.

Se pensiamo, poi, alla tradizione popolare che ha creato la leggenda del Santo come protettore dei poveri mariti raggirati, insomma 'cornuti', scegliendo proprio chi faceva della castità una delle sue principali ragioni di vita, allora ci si rende conto della profonda trasformazione del significato della festa.

In Italia, la festività è sentita soprattutto nel Sud, forse per un maggior attaccamento alla tradizione contadina ed alla festa della vendemmia che viene celebrata in questo periodo.

Riunione tra amici, parenti con tanta allegria e tanto buon cibo rendono questo giorno un momento di evasione dalla realtà quotidiana dagli affanni della vita.

Salento, cibi tradizionali e vino novello

Nel Salento, infine, parlare di San Martino è sinonimo di antichissime tradizione culinaria, non solo di vino ma anche di piatti tipici come le 'pittule' o le buone castagne calde che rendono l'atmosfera ancora più invitante.

C'è solo da scegliere, allora, tra cene organizzate in casa o presso locali disseminati in tutto il territorio salentino, tra ristoranti, agriturismi o pub per i più giovani.

In tutti i casi il protagonista della tavola è sempre lui, il vino novello del Salento da gustare in compagnia di tanti amici e parenti.