Per tutti coloro che amano la ricerca, il progresso e il nostro Paese, questa è una buona notizia. Il premier Matteo Renzi l’aveva anticipato a novembre, subito dopo la chiusura dell’Expo, ora il progetto “Human Technopole” sta iniziando a strutturarsi. Il prossimo anno potrebbero iniziare le prima attività.

Il progetto “Human Technopole”

Il progetto che nascerà sulle ceneri dell’Expo si è ormai avviato alla fase operativa. E’ pronto il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per definire la nuova Arexpo, la società proprietaria dei terreni di Expo che d'ora in poi dovrà occuparsi di seguire il progetto del polo tecnologico.

Si estenderà su 30 mila metri quadrati per rilanciare la ricerca made in Italy. Un progetto sfidante che sarà articolato su 7 centri di ricerca, ed un investimento potenziale di 1,5 miliardi in 10 anni. Si inizierà con 90 studiosi selezionati con un concorso internazionale ma, a regime, saranno 1.500 gli scienziati impegnati su 200 progetti che vanno dalle scienze della vita alla genomica, dalle neuro-degenerazioni alla nutrizione. Capitoli importanti saranno anche le banche dati, analisi statistiche e nanoscienze-tecnologia.

Il progetto sarà coordinato da un comitato a cui parteciperanno nove gruppi di lavoro quali l’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova, le Università di Milano, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico lombardi, importanti istituti di ricerca nazionali.

Oltre alle più importanti reti di ricerca mondiali e le maggiori imprese multinazionali nel campo dei big data, poiché l’ambizione è quella di creare una banca dati, continuamente aggiornata a livello mondiale.

Un innovativo progetto con tante ambizioni

Questo progetto ha già in programma uno screening su 7 mila persone l’anno, lo studio di terapie personalizzate, farmaci intelligenti e progressi sia sulle scienze dell’alimentazione che sulla qualità della vita.

Sarà uno dei più importanti progetti di ricerca attivati nel nostro Paese, forseun cambio di rotta rispetto ad un passato che ha visto l’Italia sempre tra gli ultimi in Europa in termini di quota di PIL dedicati alla ricerca.

Intorno al nucleo del “Human Technopole” si estenderà un’aerea di 400 mila metri quadrati, destinata a divenire un quartiere dell’innovazione, con strutture da destinare ai giovani, alle start up tecnologiche, e a calamitare imprese nazionali ed internazionali attratte da infrastrutture innovative.

Bisognerà tuttavia evitare l’effetto “cattedrale nel deserto” come ha dichiarato il rettore della Statale, Gianluca Vago. Per questo, uno stretto rapporto con il campus universitario della Statale, così come con le altre realtà produttive e innovative del territoriosarà un modo per armonizzare e riallineare le energie già esistenti sul territorio e costituire un volano per lo sviluppo di Milano e di tutto il Paese.