È previsto per questa mattina il processo per direttissima per lesioni gravissime che vede al banco degli imputati Antonio Bini, body builder di 29 anni con precedenti penali, che nella mattina di ieri ha brutalmente aggredito Federico Bossi, tassista 48enne.

La lite per motivi ancora da chiarire

L’aggressione si è consumata intorno alle 7:20 tra via Lepetit e via Vitruvio, a poca distanza dalla Stazione di Milano Centrale, apparentemente per motivi di viabilità.

Bini, come si è potuto vedere dalle registrazioni fornite da una telecamera di sorveglianza, ha inseguito il tassista che al termine di una corsa si stava recando in un bar per fare colazione, probabilmente per una contesa legata al parcheggio delle auto.

Durante la colluttazione, che ha assunto i tratti di un vero e proprio raptus di follia, il culturista ha finito per staccare a morsi il lobo dell’orecchio a Bossi, oltre a causargli la rottura del setto nasale e, in seguito, una lesione ad una spalla dal momento che, dopo averlo malmenato, Bini è risalito sulla sua Yaris e ha fatto per darsi alla fuga ma il tassista si è aggrappato al cofano dell’automobile per costringerlo ad attendere le forze dell’ordine.

Le minacce

Continue, inoltre, le minacce dell’aggressore il quale ripeteva al malcapitato che lo avrebbe ammazzato facendogli fare la “fine” di Luca Massari, il tassista morto a seguito dei traumi riportati dal pestaggio da parte dei fratelli Pietro e Stefania Citterio il 10 ottobre 2010 a Milano, poiché aveva accidentalmente investito il loro cane che, privo di guinzaglio, aveva improvvisamente attraversato la strada.

Ancora da chiarire le reali motivazioni dalle quali sarebbe scaturito l’alterco, se il ventinovenne pretendesse di parcheggiare al posto occupato già da Bossi o se quest’ultimo abbia posto la macchina in maniera troppo esposta sulla strada causando il rallentamento delle altre auto nel tentativo di schivarla. Sebbene data l’ora e la scarsità di autovetture in circolazione non avrebbe potuto provocare disagi tali da giustificare la reazione del giovane pregiudicato.

Le lesioni

A destare l’attenzione dal video recuperato dalla videosorveglianza, soprattutto il mancato intervento e l’indifferenza di chi ha assistito alla violenza che si è abbattuta sul quarantottenne, trasportato in codice giallo all’ospedale Niguarda, dal quale è stato poi dimesso con una prognosi di trenta giorni.

Bini, condotto a sua volta per lievi lesioni al 'Fatebenefratelli', è stato poi arrestato con l’accusa di lesioni gravissime.