Dopo 45 anni, Ferrari sta per separarsi dalla Fiat. FCA ha infatti annunciato lo "spin off" del famoso marchio, offrendo il 10% delle azioni al pubblico e riservando il resto per gli attuali azionisti, che avranno certamente approvato l'affare, con le quote del titolo FCAU in aumento di oltre il 12% dopo l'annuncio, ma gli appassionati del marchio sono preoccupati per il futuro del brand.

Negli ultimi anni, Ferrari ha avuto molto successo, con modelli come la 458 Italia. Parte della sua strategia è stata quella di valorizzare l'esclusività, con vendite di circa 7.000 vetture l'anno soltanto.

L'attenzione di Ferrari su auto sportive incredibili ed esclusive finora ha funzionato. Ma correndo da sola, potrebbe non essere in grado di mantenersi con quei volumi di vendita. Si potrebbe seguire l'esempio di Porsche, che per vendere di più ha "snaturato" il suo DNA di costruttore di auto sportive con modelli più "cittadini" e meno "corsaioli" come la Cayenne.

C'è poi la possibilità che Ferrari venga acquisita da un'altra casa automobilistica, anche se non sarebbe un passo facile. La famiglia Ferrari continua infatti a possedere circa il 10% della società. Un altro 80% resterà con gli attuali azionisti di FCA.

Poi c'è il leggendario team di Formula Uno che, nonostante la sua storia, non vince il Campionato Piloti dal 2008 e quello Costruttori dal 2007.

Ferrari genera milioni di fatturato annuo dalla sua squadra di F1 tra vincite di gara, sponsor e merchandising, ed è l'unica squadra che ha gareggiato in tutti gli anni di F1 fin dal 1950. Una F1 senza Ferrari è impensabile, a meno che la Casa non decida che non valga la pena continuare a competere, visti anche gli ingenti investimenti che questo tipo di competizioni richiede.

Ferrari ha iniziato a vendere auto solo per finanziare le sue scuderie, ma le priorità da allora si sono capovolte. Per una società di profitto, perché preoccuparsi di correre se perde soldi?

E ancora. In questo momento, le Ferrari sono aggregate con Fiat, quando si tratta di soddisfare precisi standard americani su consumi di carburante, che richiedono alle auto di una società una resa 34,1 mpg entro il 2016, e 54,5 mpg entro il 2025.

Da sola, senza che veicoli più piccoli possano compensare il consumo di carburante terribile di vetture come la 458 Italia (15 mpg) e la California (16 mpg), la Ferrari potrebbe dover progettare e vendere modelli ibridi. E non ibridi veloci come la supercar Lamborghini Asterion ma commerciali e dalla linea più anonima come quelli che siamo abituati a vedere tutti i giorni.

Naturalmente, lo scenario peggiore in assoluta caso è che Ferrari chiuda. E difficile là fuori per una casa automobilistica, e senza tasche profonde che finanzino i costi di ricerca e sviluppo, è possibile una recessione globale e un po' di cattiva gestione potrebbe mandare l'azienda in fallimento.

Mentre è sicuramente probabile che in un tale scenario qualcuno si farebbe avanti per accaparrarsi la società, soprattutto ad un prezzo di vendita "stracciato", sarebbe comunque la tragica fine di un marchio che ha fatto la storia dell'automobile e della Formula 1.

Gli appassionati del marchio, e non solo, non vedono l'ora di vedere quali sono le prospettive di Maranello, anche se tengono le dita incrociate. Quali saranno dunque gli scenari peggiori per una Ferrari indipendente? Questo potrebbe effettivamente segnare l'alba di una nuova era gloriosa per l'azienda o la sua inevitabile fine?