Il motore, un 4 cilindri di 998 cc, da 200 cv a 13.500 giri/min, ha una con coppia di 11.5 kgm (112.4 Nm) a 11.500 giri/min, non presenta vuoti ai medio regimi, grazie anche all'albero motore "crossplane" con scoppi irregolari. Il volume dell'airbox è stato aumentato di circa il 25% rispetto al modello precedente. Il peso è di soli 199 a pieno carico di carburante.

Toccherà studiare elettronica

Non poteva mancare l'elettronica, anche se il nome potrebbe rievocare un ancestrale diffidenza per gli italiani, con il sistema IMU (Inertial Measurements Unit), sistema che, evitando di perderci nei dettagli, sente quando la moto accelera (lateralmente, longitudinalmente e verticalmente!), frena, si piega ed elabora i dati, anticipando il pilota e fornendogli una moto "più adatta" a quello che succederà di lì a poco.

Sono finiti i tempi di Giacomo Agostini, quando bastava saltare in sella e dare gas. Per non perdersi nulla del giocattolo YZF-R1 è necessario studiare.

Cominciamo dal Quick shift: in accelerazione permette al pilota di cambiare marcia senza decelerare e senza premere la leva della frizione. Passiamo poi al Lift control, il sistema anti-impennata. L'Unified Brake System (UBB) permette al pilota, attraverso un surreale controllo tra le due ruote, di frenare anche in curva e, ma a questo punto appare quasi vetusto, evita il blocco delle ruote in frenata. Si potrebbe continuare con: il Power Mode Selection (PWR), lo Yamaha Ride Control (YRD), il Traction Control (TCS), il Launch Control (LCS), ma poi il libretto d'istruzioni cosa lo pagheremo a fare.

Sensazioni

Che sia una moto piccola e maneggevole non è proprio una sensazione, una certezza piuttosto, confermata dalla lunghezza dell'interasse 1405 mm. I 15 kg in meno rispetto al modello precedente la rendono più snella e manovrabile. La sensazione è quella di avere tra le mani un mostro, come accadeva con la prima R1.

A differenza dell'illustre antenata, la nuova YZF-R1 è però supportata dall'elettronica. E mai come in questa generazione, la sensazione è quella di essere guidati, non di guidare, almeno fin a che non ci si abbandona. Una volta vinta ogni incertezza, ci si rende conto, che il "Grande Fratello" descritto da Orwell non è l'ignoto controllore che rende la guida sterile, ma l'amico pessimo che ci fa fare quello che da soli non avremo osato pensare.

Trova le 7 piccole differenze

Disponibilità: tutte e due i modelli sono comparsi nelle concessionarie a marzo di quest'anno

Appuntamento: per i possessori di R1 M, il 28 e 29 luglio 2015 si terrà la Yamaha Racing Experience (sessioni di guida ed incontri speciali per i proprietari)

Sospensioni: KYB per la R1; Ohlins a gestione elettronica per la R1 M.

Design frontale: De gustibus…

Communication Control Unit: permette al pilota della R1 M di controllare tempi su giro e di memorizzare l'intera sessione. I dati possono essere poi spostati con sistema wireless

Carenatura in carbonio: Non è difficile immaginare quale delle due la indossa. Prezzo: R1 - 18.490 euro; R1 M - 22.990 euro.