Aumenta il numero di autorità che indagano sulDieselgate Volkswagen . In Italia, l'Autorità garante della concorrenzae del mercato ha avviato un'istruttoria, dopo varie segnalazioni ricevute da associazioni di consumatori (in particolare Adusbef e Federconsumatori), nei confronti di VW e della sua filiale italiana. L'ipotesi istruttoria riguarda la configurabilità di una pratica commerciale scorretta, relativa alla commercializzazione di veicoli aventi emissioni inquinanti superiori ai valori dichiarati.

Ipotesi di frode commerciale

Il Garante vuole stabilire se i consumatori possano essere stati indotti in errore nelle loro scelte d'acquisto dalle caratteristiche ecologiche declamate dal Costruttore, nelle proprie campagne pubblicitarie e nei dépliant informativi distribuiti dai concessionari.

InFrancia, è scesa in campo la Procura di Parigi: se ne occupa l'ufficio che indaga sulle frodi aggravate. Nei giorni scorsi Volkswagen aveva comunicato che le auto manipolate presenti in Francia sono 948.064 ed includono tutti i marchi: Volkswagen (574.259 unità), Seat (93.388), Audi (189.322) e Skoda (66.572), oltre ai veicoli commerciali (24.523). La Svizzera ha già ordinato il blocco su importazioni e immatricolazioni di tutti i veicoli del Gruppo tedesco con le motorizzazioni diesel 1.2 Tdi, 1.6 Tdi e 2.0 Tdi Euro 5, prodotti tra il 2009 e il 2014. La sospensione scatterà da lunedì 5 ottobre 2015 e riguarderà unicamente i veicoli di prima immatricolazione. NegliUsa, l'Epa (l'agenzia per la protezione ambientale che ha scoperto i trucchi di Volkswagen) estenderà a 28 modelli di BMW, Chrysler, Gm, Land Rover e Mercedes le verifiche sui dispositivi anti-smog, per controllare se altri Marchi abbiano manipolato le emissioni.

Tale notizia arriva dalFinancial Times, sulla base di documenti in suo possesso. In Australia si pensa ad una maxi-multa da 700mila euro circa per ogni veicolo dotato del software truffa. Il governo di Canberra, entro la prossima settimana, attende dalla casa di Wolfsburg i dettagli sulle auto manipolate. Le locali filiali di Vw ed Audi si dicono pronte a fornire tali informazioni, non appena le riceveranno dalla Germania.

Intanto, il titolocontinua i ribassi in Borsa, avendo chiuso con il segno negativo anche la giornata di ieri.

L'analisi di Crédit Suisse

La situazione rimane complicata. Un report di Credit Suisse tenta di stimare ipossibili costi legati allo scandalo . Nella peggiore ipotesi, gli analisti valutano in 78 miliardi di euro la cifra che Vw dovrà prepararsi a spendere, tra sanzioni penali e civili, costi delle riparazioni a seguito dei richiami e calo del valore residuo(inteso come danno d'immagine più costi tecnici necessari a riportare i propri motori al rispetto delle norme vigenti). Nel caso più favorevole a Volkswagen, i costi previsti dovrebbero essere pari a 23 miliardi di euro. Finora il gruppo ne ha accantonati 6,5.