Una buona notizia arriva per tutti i possessori di auto storiche da 20 a 29 anni della regione Umbria. Questi, infatti, dal prossimo anno, pagheranno il bollo con una riduzione del 10%. Questo avverrà solo nel caso in cui i propri autoveicoli sono stati considerati d'interesse storico o collezionistico. Il valore sarà attestato mediante iscrizione negli appositi registri previsti dalla legge statale. La legge è stata approvata dal Consiglio regionale umbro nella giornata di ieri. L'approvazione è avvenuta con 12 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astenuti.

In questa maniera, la regione Umbria ha posto rimedio alla precedente normativa, che era stata impugnata dal governo centrale dinanzi alla Corte Costituzionale. Questo poichè essa era contraria alla normativa nazionale. L'attuale legge è stata introdotta lo scorso mese di dicembre, con la legge di stabilità, che ha di fatto eliminato l'esenzione dal bollo auto per le vetture tra i 20 e i 29 anni.

La diatriba sul bollo

Da quel momento è sorta una vera e propria questione sul bollo delle auto storiche. Questa diatribaha visto contrapposti il governo diretto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzie ipossessori delle auto storiche. Questi ultimi, spalleggiati dalle regioni, hanno chiesto a gran voce il ritorno alla precedente disciplina.

Molte regioni avevano provato a modificare la normativa nazionale, ma alla fine hanno dovuto fare marcia indietro. Questo in quanto, essendo il bollo un tributo regionale derivato dallo Stato, non può essere derogato dalle regioni, che devono limitarsi a farlo pagare.

La situazione nelle varie regioni

A questo punto, l'esenzione totale rimane solo per i veicoli con più di 30 anni.

Le regioni hanno dovuto adeguarsi, anche se al momento c'è ancora qualcuno che prova a fare di testa sua. Ci riferiamo al Veneto, i cui rappresentanti regionali hanno deciso di arrivare fino alla sentenza della Corte Costituzionale, pur di far valere i propri diritti. Emilia Romagna e Lombardia, che avevano fatto una legge già prima della normativa dello Stato, stanno valutando proprio in queste settimane, se confermare le proprie leggi o adeguarsi anche loro a quanto stabilito nella legge di Stabilità.