L'inaspettata elezione di Donald Trump come quaratancinquesimo presidente degli Stai Uniti aveva seminato timori nelle principali borse mondiali, ma FCA esce rafforzata dalle ultime sedute a Piazza Affari. Ieri il gruppo italo-americano ha chiuso la giornata con un rialzo del 4,59%, portando il valore per azione a 7,065 euro. Giovedì la performance di Fca a Piazza Affari si era spinta addirittura fino a un incremento del +7,82%. La reazione delle borse e dei titoli del settore automotive ha goduto di un positivo effetto Trump, almeno fino a questo momento.

In realtà ci sono solide ragioni per giustificare pessimismo e incertezza per la crescita del settore auto, ma anche qualche spunto per essere ottimisti dopo l'elezione del tycoon statunitense.

Fca dovrà gestire il nodo Messico

Come le altre big three, ovvero Ford e General Motors, Fca è in apprensione per la questione Messico. Qui Fca e Cnh costruiscono circa il 15% delle automobili e delle macchine movimento terra destinate al mercato nordamericano. Durante una visita in Michigan in piena campagna elettorale, il taycoon promise dazi doganali per ogni modello Ford costruito in Messico o proveniente da uno stabilimento delocalizzato. Una promessa rivolta alla classe manifatturiera statunitense, che si è rivelata determinante per il successo finale.

Se Trump confermerà questa sua intenzione, che potrebbe aumentare anche il costo delle componenti auto prodotte in Messico, Fca , Ford e Gm avranno poco da sorridere e le vendite di autoveicoli negli Stati Uniti potrebbero subire contraccolpi.

Le ragioni dell'ottimismo per l'auto americana

L'elezione di Donald Trump potrebbe avere conseguenze anche nel mercato europeo dell'auto.

C'è chi prefigura, dopo il referendum costituzionale italiano e le elezioni in Francia e Germania (con i rischi di vittoria dell'atteggiamento populista), un secondo semestre 2017 di brusca frenata economica, anche perché l'Unione Europea dovrà confermare la sua politica espansiva dei finanziamenti. Tornando invece negli Stati Uniti, la politica nazionalista e protezionistica di Donald Trump potrebbe sfavorire i costruttori stranieri.

Toyota, Nissan, Honda e Volkswagen sarebbero svantaggiate alla dogana rispetto a Fca, General Motors e Ford, e in questo ragionamento sta parte dell'aumento in borsa del gruppo capitanato da Sergio Marchionne. Un'altra ragione di questa buona performance in borsa risiede, infine, nell'annuncio della data di presentazione dell'Alfa Romeo Stelvio, fissata per mercoledì 16 novembre al Salone di Los Angeles.