Non stupisce affatto che i capostipiti dell’arte applicata all’industria, Giorgetto Giugiaro e Michelangelo Pistoletto, artista dell'arte povera siano stati nominati, a Roma, Ambasciatori italiani dell'eccellenza creativa e soci onorari dell'Altagamma Honorary Council.

Il riconoscimento è andato anche all’architetto Enrico Righini che da anni collabora con il gruppo Azimut-Benetti, il più importante produttore privato al mondo di yacht di lusso. Premiato anche il cantante Andrea Boccelli.

Per i cinquant’anni della sua carriera Giorgetto Giugiaro nel 2005 è stato giudicato monumento dell’industria automobilistica ed ammesso all’American Automotive Hall of Fame.

Sia Pistoletto che Giugiaro hanno patrocinato scuole e campus per tramandare la propria knowledge alle giovani leve, aggiornandola in continuazione, specie sui progressi tecnologici.

Da Garessio a Tokyo

Sue concept car e auto di serie, ma anche documenti inediti, disegni, dipinti, foto come quello della sua casa natale a Garessio, colpita dalla recente alluvione, sono protagonste della grande mostra Giugiaro e il suo percorso che il Museo Nazionale dell'Automobile di Torino gli dedica fino al 26 febbraio. Già lo scorso week end i visitatori sono stati moltissimi.

La mostra di Torino è a cura di nomi di spicco del mondo dell'automotive come il giornalista Giosuè Boetto Cohen, lo storico dell'auto Giuliano Molineri e il direttore del Mauto Rodolfo Gaffino Rossi.

Manca all’appello Giancarlo Perini, amico ed estimatore del designer da oltre 60 anni.

Giorgetto Giugiaro è sempre stato un gran lavoratore e collaudatore di auto sportive come Porche e Ferrari. Alfista della prima ora, lui che vuole essere chiamato semplicemente il signor Giugiaro, cresciuto alla scuola di Nuccio Bertone, ha sbancato Ginevra e Tokyo con l’Alfa Romeo Brera, la sportiva simile alla Spider e con la 165.

Per la FIAT ha creato la Croma e la Grande Punto e lo hanno voluto come supervisore (ora ne vogliono introdurre uno anche per gli insegnati) di tutto il processo di fabbricazione industriale, coadiuvato dal figlio Fabrizio e dagli ingegneri cresciuti alla sua scuola.

Il signor Giugiaro

Luca di Montezemolo, ora entrato in politca, ma prima direttore sportivo della Rossa, gli ha commissionato nel 2005 un nuovo modello di Ferrari, che ne rispettasse l’imprinting con le migliorie che solo lui poteva apportare e ne facesse un’auto da guidare in città.

Cosi’ come aveva progettato il Minivan, un city taxi dell’Alfa Romeo e la Gt

Alla mostra dedicata all’icona del car design ci sono show e concept car rivoluzionarie per stile, ma anche utilitarie, perché Giorgetto non si è dedicato solo alle supercar ma anche alle auto di uso comune cittadino, passando con disinvolta maestria dalla Golf alla Ferrari GG50,

La Fiat Panda che è il suo sogno nel cassetto, l'Alfa Brera, la Maserati Ghibli, la berlina extralusso Bugatti, fino all'Alfa 2600 e la Brivido, concepita in Italdesign sono altri suoi fiori all'occhiello.

In questi suoi primi anni, Giugiaro lavorava da umile giovane di belle speranze, rubando l’arte a Nuccio Bertone e a Giacinto Ghia. In bella mostra a Museo dell’Auto la DeLorean, divenuta di moda con il film "Ritorno al futuro", film cult degli anni 80 di Ritorno al futuro di Robert Zemenicks.

Ora il designer, ormai ottantenne, si dice infastidito, non certo dalla fama mondiale, ma dalle cerimonie a cui è chiamato a partecipare. Fedele alla sua modestia e all'undertatemet, non ha fatto mettere sui suoi biglietti da visita nessuno dei suoi prestigiosi riconoscimenti internazionali.