In pochi giorni il brand Jeep si è trasformato da simbolo di rinascita, con l'annuncio di investimenti per un miliardo di euro in Usa e il lancio di tre nuovi modelli, a pietra dello scandalo. La Jeep Grand Cherokee equipaggiata con il 3.0 V6 diesel è il modello finito sotto accusa, negli Stati Uniti, in merito a presunte emissioni truccate che rischiano di trascinare FCA nel caso dieselgate.

Dopo Volkswagen e Mitsubishi, lo scandalo ora si è abbattuto su Fca, coinvolgendo 104.000 veicoli del gruppo italo-americano, suddivisi tra Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram con lo stesso motore.

La portata del presunto illecito, al momento, è inferiore rispetto a quanto accaduto con Volkswagen, che fu chiamata in causa per varie motorizzazioni e circa 500.000 veicoli. Ad ogni modo, se le accuse dovessero essere confermate, le conseguenze potrebbero essere altrettanto gravi per Fca.

Conseguenze finanziarie imprevedibili

L'Epa, authority statunitense per la tutela dell'ambiente, ha senza mezzi termini dichiarato che "Fca è stata scoperta" e che esiste un software sulle emissioni. Si apre la prospettiva di una multa di 4,6 miliardi di dollari, ma c'è da mettere in conto anche eventuali class action dei consumatori. Nella giornata di ieri, 12 gennaio, il titolo dell'azienda italo-americana è immediatamente crollato a Wall Street dell'11,8%, mentre è stato sospeso a Piazza Affari.

Di fronte a queste accuse e alle pesanti prospettive, non si è fatta attendere la reazione dell a.d. Sergio Marchionne, con una dettagliata nota stampa.

Marchionne non ci sta e inizia a fare chiarezza

Il costruttore ha fatto sapere che dialoga con l'Epa da più di un anno e ritiene che non ci sia niente in comune con il caso Volkswagen.

Per Fca "i dispositivi montati non sono software illegali", bensì "hardware di controllo che rispettano le normative applicate". Marchionne auspica un incontro nel più breve tempo possibile con gli alti esponenti dell'Epa e l'amministrazione Trump, per fare chiarezza sul caso.

Intanto Fca sta reagendo in Borsa, con un incremento del valore del titolo di oltre il 7% a Piazza Affari.

La vicenda, in ogni modo, non terminerà certo in tempi brevi, ma è certo che la sanzione che potrebbe pagare Fca si avvicinerà soltanto a quella versata da Volkswagen, che ha dovuto sborsare una cifra molto consistente per fronteggiare le varie cause. Ad ogni modo, se le accuse fossero confermate, l'azienda motoristica italo-americana rischierebbe seriamente di non essere più la stessa.