Sergio Marchionne ha parlato con chiarezza del futuro di FCA, direttamente dal Salone di Detroit. Si è trattato di un'ampia panoramica sul pianeta auto, con obiettivi fissati sul breve, ma anche sul lungo periodo. Emerge con chiarezza una sintonia ritrovata con l'amministrazione Trump: il presidente, a seguito di alcuni annunci di Marchionne ha tweettato un "Thank's FIAT" accolto da sorrisi in conferenza stampa. Proviamo a riassumere in quattro punti le strategie delineate dal grande capo per Fiat-Chrysler, le cui azioni in questi giorni hanno superato il valore di dieci euro a Piazza Affari.

Si punta un miliardo di dollari su Jeep

Il ringraziamento di Donald Trump a Fiat nasce dall'annunciato investimento di un miliardo di dollari sul marchio Jeep. Due gli stabilimenti interessati, in Ohio e Michigan, per produrre Grand Cherokee, Wagoneer e soprattutto un nuovo Pick Up. Quest'ultimo modello porterà il marchio Jeep sul segmento di mercato più importante in Usa, e l'aumento delle vendite che ci si attende è importante. Wagoneer, invece, costerà intorno ai 100.000 dollari e rivaleggerà con Range Rover. Nei due stabilimenti saranno assunti 2000 operai, ma la strategia di crescita di Jeep sarà internazionale, su più mercati, perché come ha rivelato Marchionne, "dal 2011 a oggi l'80% dell'aumento delle vendite è stato determinato dai suv".

Alfa Romeo e altri marchi

Questo è anche il motivi per cui di fatto l'ad ha stoppato la Giulia Station Wagon. Fca preferisce concentrarsi, anche per il 'biscione', sui suv, e dopo Stelvio si sta pensando a un modello di maggiori dimensioni. Per quanto riguarda gli altri marchi, Fiat resterà negli Usa come brand di nicchia, mentre per le berline compatte e medie Marchionne ha ammesso di non aver trovato alleanze convenienti.

L'ad ha detto chiaro e tondo che l'investimento su berline come Dodge Dart è stato sbagliato, e che ulteriori sforzi su questo tipo di modelli vanno orchestrati anche con la costruzione di motori ibridi benzina-elettrici, che soppianteranno inevitabilmente i diesel.

Alleanze ancora possibili

Sul fronte alleanze Sergio Marchionne ha detto di essere stato respinto da General Motors nel 2015.

"Ora la musica si è fermata, ma in quel momento era lecito chiedere di ballare", ha spiegato ai presenti. "Oggi non ci sono piani concreti di alleanze", ha rivelato l'ad, precisando che "però il panorama cambia ogni sei mesi". Le alleanze possibili non sono solo quelle con altri costruttori: numerose aziende hi-tech vogliono entrare nell'automotive con capitali decisamente maggiori.

Gli obiettivi di Fiat-Chrysler

Per Fca gli obiettivi restano l'azzeramento del debito, 9 miliardi di utile operativo e 5 di utile netto nel 2018. Per raggiungere questi target non ci saranno spin-off dei marchi Maserati o Alfa Romeo. Diverso il discorso per Magneti Marelli, controllata che potrebbe essere ceduta, perché non considerata attività 'core'. Sergio Marchionne ha infine confermato che lascerà la guida del gruppo nel 2018, rivelando che il suo sostituto sarà un manager interno scelto da John Elkann.