Già dalle prove libere del venerdì si era notato immediatamente che lorenzo con la nuova carena recentemente omologata da Ducati stava ritrovando quella confidenza che aveva invano ricercata durante tutta la prima parte del campionato.

E’ noto che la Desmosedici a differenza della Yamaha M1 guidata da Jorge in precendenza, non sviluppava abbastanza grip meccanico sull’anteriore, innescando una difficoltà cronica in uscita di curva (sottosterzo) che era stata attenuata in passato attraverso l’utilizzo delle alette esterne (prima che venissero bandite per regolamento).

Senza le alette i problemi del maiorchino con la Desmosedici sono sempre stati gli stessi sin da inizio stagione, cioè difficoltà in percorrenza di curva, mancanza di sensazione di aderenza sull’anteriore ed erogazione troppo scorbutica del motore, cose ormai risapute.

Ora se riguardo al motore bisogna ancora raffinare le mappature per permettere a Lorenzo di aprire il gas senza troppa circospezione, l’introduzione della nuova carena omologata da Ducati, con la superficie alare incorporata nel corpo centrale e che è stata disegnata proprio con l’intento di recuperare quel carico aerodinamico perso con l’abolizione delle precedenti appendici, ha in buona parte risolto la sensazione avvertita dal pilota spagnolo riguardo la mancanza di stabilità sull’avantreno.

I benefici per lo stile di guida di Jorge si sono visti immediatamente durante tutto il weekend anche se domenica in gara, dopo che Lorenzo non solo era partito bene sul bagnato ma aveva anche dimostrato di poter essere costante proprio nelle condizioni meteo di solito a lui meno favorevoli, al momento del rientro per il cambio moto quando la pista si stava asciugando rapidamente, il suo team si è fatto trovare inspiegabilmente impreparato con la seconda moto non ancora assettata per l’asciutto.

Jorge è potuto ripartire solamente dopo più di 10 secondi di sosta, un’enormità nel motomondiale, perdipiù con la seconda Desmosedici numero 99 non preparata correttamente per l’utilizzo delle slick su pista asciutta.

Il risultato è stato un film già visto in alcune precedenti gare, con Lorenzo che dalle primissime posizioni è sprofondato in fondo alla classifica senza possibilità di recupero come invece avvenuto per Vinales, Rossi e Dovizioso.

Ancora una gara non esattamente da manuale quindi per Lorenzo e squadra ma comunque il pilota maiorchino ha forse per la prima volta davvero convinto essendo stato veloce tra i primi in tutte le condizioni di pista, lavorando costantemente per adattare il setting della ciclistica alla nuova aerodinamica.

Non resta che attendere il GP dell’Austria dove ci si attende un ulteriore passo avanti da parte di Jorge che dal canto suo sta mostrando, bisogna dirlo, una determinazione e metodo di lavoro tipici di un campione quale ha ampiamente dimostrato di essere nel recente passato.